Berlusconi a Sibilla: nessuna discarica in Irpinia
Il principio della provincializzazione non verrà messo in discussione. È il premier Silvio Berlusconi a rassicurare - con due telefonate - Cosimo Sibilia e le comunità irpine all’indomani del tentato blitz in consiglio regionale con la presentazione di un subemendamento che, se approvato, avrebbe apportato una modifica sostanziale alla legge regionale 4 del 2007, affidando i poteri di individuare i siti da adibire a discarica al presidente della giunta di palazzo Santa Lucia. Sibilia è stato contattato da Berlusconi - a Bruxelles per partecipare al consiglio europeo - che, dopo aver parlato con il governatore Stefano Caldoro, ha assicurato che non ci saranno modifiche rispetto al percorso avviato e agli accordi sottoscritti a palazzo Chigi. Il tentato blitz non fa dormire, però, sonni tranquilli: da Napoli si tenterà in tutte le maniere di riprendere il trasferimento di rifiuti in altre province pur di superare la nuova ondata di emergenza. Per questo, il numero uno di Palazzo Caracciolo è intervenuto in maniera decisa per condannare il tentativo posto in essere. «Sto assistendo con preoccupazione e indignazione - evidenzia Sibilia - al tentativo di ribaltare le competenze delle province. Si tratta di interventi subdolamente avviati alle soglie dell’ennesima emergenza nell’area napoletana, percorsi dannosi e vessatori nei confronti di province che hanno responsabilmente messo in atto un ciclo virtuoso, senza venir meno al principio di solidarietà. Si è tentato inopinatamente di dare un colpo di spugna a quanto previsto dalla legge. Ci sarà determinata opposizione, in tutte le sedi, per evitare che possa essere sancita qualsiasi decisione che non risolve il problema, ma lo dilata nel tempo. La popolazione irpina sta invece dando prova di efficienza, dignità, spirito di sacrificio e rispetto delle regole, che in questi territori non manca mai. E ciò senza trascurare la doverosa solidarietà, che non può però essere un concetto da richiedere all'infinito, soprattutto se non si è in grado di affrontare e risolvere un problema». Il presidente della Provincia chiede «uno scatto di orgoglio istituzionale, che porti a mettere in campo tutto il senso di responsabilità, affinché si faccia corpo unico per evitare il grave pericolo di infliggere altre dolorose ferite all’Irpinia, che non servono a far guarire il ”grande ammalato” del letto affianco. Stiamo assistendo ad uno schieramento contrario alla nostra terra, politicamente trasversale, che fa riferimento a una determinata area geografica. Le soluzioni tampone, però, hanno fatto il loro tempo, le classi dirigenti si misurino sulla soluzione concreta, e soprattutto definitiva». Il provvedimento che si è tentato di far passare nel consiglio regionale ha provocato l'indignazione di tutta l’Irpinia, a cominciare dai sindaci di quei comuni che ospitano discariche. Il tentativo posto in essere era mirato ad ottenere un’apertura, con eventuale ampliamento, della discarica di Pustarza a Savignano ma, anche la possibilità di riprendere i conferimenti a Difesa Grande. «Dobbiamo aspettarci di tutto. - dice il sindaco di Savignano Oreste Ciasullo - Da sempre, le zone interne tengono sulle spalle il problema di Napoli. Non voglio nemmeno immaginare la possibilità che Pustarza possa riaprirsi alle enormi quantità di rifiuti provenienti dal napoletano: mi auguro che Sibilia e la provincia facciano le barricate, altrimenti l’Irpinia rischierà, come al solito, di essere travolta». Ciasullo sottolinea l’evidente spaccatura tra zone costiere e aree interne: «Si vuole approfittare della bontà e della pazienza di gente operosa e tranquilla». Non nasconde rabbia e indignazione anche il primo cittadino di Andretta, Angelantonio Caruso, per nulla tranquillo nonostante la cancellazione di Pero Spaccone dall’elenco dei siti da adibire a discarica. «Di questi tempi - spiega - bisogna sempre rimanere vigili. Sono, però, convinto che, con una deputazione attenta e un presidente della Provincia al nostro fianco, potremmo superare questo momento. Tutti, indistintamente cercano di dare risposte ai loro territori buttando la croce sulle piccole realtà: è un fatto che intristisce e non depone bene nei confronti della politica, se di politica possiamo ancora parlare».