«Discariche, ma non a Napoli» Taglialatela rilancia la proposta

L'assessore regionale avverte: rivedere la provincializzazione ma senza alcun intento punitivo
25 marzo 2011
Fonte: Il Mattino Avellino

L’assessore regionale Marcello Taglialatela insiste sulla necessità di rivedere il principio della provincializzazione del ciclo dei rifiuti. Lo ha spiegato a margine di un convegno svoltosi ad Ariano Irpino. «Non penso che la Regione - ha sostenuto Taglialatela - guarda soltanto all’Irpinia o alle altre aree interne per risolvere il problema dell’emergenza rifiuti e delle discariche. È evidente che bisogna fare una valutazione che tenga conto dell’intero territorio regionale. Io sono napoletano, ma non mi sento di nutrire un intento punitivo per le altre aree. Dobbiamo partire da un aspetto importante: tutta la provincia di Napoli conta tre milioni di abitanti su un territorio decisamente piccolo. All’interno della provincia di Napoli ci sono il Vesuvio e i Campi Flegrei, praticamente c’è una ulteriore riduzione della superficie utilizzabile. Se Napoli ha accettato di mettere a disposizione due aree per due termovalorizzatori, uno già in funzione ad Acerra e l’altro in costruzione a Napoli Est, probabilmente è anche giusto che il territorio non sia guardato per impianti dove andare a collocare i rifiuti stabilizzati. So bene che l’Irpinia ha dato tanto, ma anche la città di Napoli ha dato tanto. A Pianura c’è una triste storia di discariche utilizzate senza alcun controllo. Io credo che quando parlo di rifiuto organico stabilizzato non si debbano creare problemi al cittadino. In più non bisogna guardare obbligatoriamente all’Irpinia. La Regione è abbastanza grande. Ma Napoli è meno di un decimo della Regione e conta la metà dei suoi abitanti. Si tratta di trovare un equilibrio; da una parte ci possono essere i termovalorizzatori e dall’altra gli altri tipi di impianti, ma sempre con la certezza che si tuteli il cittadino: insomma, impianti comunque controllati». Non è dello stesso parere il consigliere regionale Ettore Zecchino. «Come non dissentire ? Il dissenso - ha precisato Zecchino - in Regione è stato prima territoriale e poi politico, perché i rappresentanti di ben quattro province hanno deciso di abbandonare i lavori dell’aula; il blitz è stato respinto, la solidarietà è una cosa la furbizia è un’altra. Su un tema così importante non si può andare a tappe forzate, ci vuole un dibattito più ampio e sereno, senza mettere in discussione un principio ampiamente accettato come quello della privatizzazione del ciclo dei rifiuti, che aderisce bene al concetto di federalismo, perché chiama in causa proprio la responsabilità dei territori».

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