"Smaltimento fuori provincia" Avellino dice no
Ma l'Irpinia protesta: Sibilla chiama Berlusconi
Il governatore Stefano Caldoro scende in campo e spiega che la provincializzazione del ciclo dei rifiuti non può essere considerata un tabù e che quindi «il dibattito è aperto». Ma da Avellino il presidente della Provincia, Cosimo Sibilia fa sapere di aver contattato telefonicamente Berlusconi e di aver poi ricevuto a sua volta due telefonate dal capo del governo e spiega: «Il presidente mi ha rassicurato: la provincializzazione non verrà toccata». Sibilia si dice contrario a «percorsi dannosi e vessatori nei confronti delle Province virtuose». E sulla stessa linea si posiziona il presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi, che definisce la rottura della provincializzazione inaccettabile. Caldoro, però, è partito probabilmente da una constatazione che è sotto gli occhi di tutti: la situzione resta ancora troppo precaria e non è possibile viaggiare sempre sul filo del rasoio con i cassonetti pieni a giorni alterni. E infatti spiega: «Tutte le Regioni gestiscono il ciclo dei rifiuti in un equilibrio di carattere regionale o comunque condiviso» Bisogna quindi superare tutte quelle rigidità «che oggi ci sono e che riguardano solo la Campania». Perciò, sottolinea il governatore, «Il problema che va affrontato e risolto tutti insieme, in maniera equilibrata, col concorso di tutte le Province, di tutti i livelli di responsabilità che hanno espresso azioni di solidarietà». La nuova possibile organizzazione, dopo tutti i necessari passaggi in sede regionale, dovrà essere discussa anche dal governo perché richiede delle modifiche legislative a livello nazionale. Ma, dopo il subemendamento presentato mercoledì in consiglio regionale da Gennaro Salvatore, capogruppo della lista «Caldoro Presidente», che di fatto apre la via a una nuova possibile organizzazione dello smaltimento dei rifiuti, il dibattito è più che mai aperto. Cresce il fronte del sì che ha visto immediatamente schierarsi il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro. La Iervolino chiedeva da tempo un’organizzazione solidale sottolineando che Napoli ha accolto per decenni a Pianura la spazzatura delle altre Regioni. E sono tornati a farsi sentire anche quegli intellettuali che lo scorso febbraio con altri 25 esponenti della società civile avevano rivolto di un appello Caldoro. Per il presidente aggiunto della Corte di Cassazione Raffaele Raimondi «il dietrofont della Regione Campania non potrà che portare benefici a quelle vaste aree del Beneventano e dell’Avellinese inadatte alle colture». Raffaele Porta, docente di biochimica alla facoltà di Agraria dellaFederico II, ricorda che «Napoli ospita il 50% degli abitanti della regione e nella sua provincia gravitano anche cittadini altre provincie. Poi ci sono il Sannio e l'Irpinia, dove madre natura e i geologi ci dicono che è possibile realizzare discariche sicure». A favore della proposta Caldoro si sono schierati tra gli altri anche il coordinatore regionale del Pdl Nicola Cosentino, i consiglieri regionale Massimo Ianniciello e Luciano Schifone, il vicepresidente della commissione smaltimento rifiuti, Mafalda Amente, il capogruppo Pdl alla Regione, Fulvio Martusciello, tutti del centrodestra. Ma anche nel centrosinistra ci sono state delle adesioni, a cominciare da quella dell’Idv ribadita ieri dal segretario regionale campano del partito, Nello Formisano. Il Pd sul voto si è spaccato: «È inaccettabile - ha detto Rosetta D'Amelio - che si intervenga sui rifiuti nell'ambito di una legge che tratta di questioni sismiche». Ma di tutt’altro parere è il capogruppo del Pd Peppe Russo: «Non comprendo chi difende il proprio orto». Su questo tema, evidentemente, più che gli schieramenti politici contano le province di provenienza.