La rabbia in aula: colpo di mano, altro esempio di napolicentrismo

D'Amelio: "Ora Cldoro si spieghi"
Ruggiero e Zecchino: "Ennesimo atto a danno delle zone interne"
24 marzo 2011 - Michele De Leo
Fonte: Il Mattino

Rabbia e indignazione. L’Irpinia insorge - unitamente alle altre province - contro il tentativo di far passare un subemendamento che superasse il vincolo della provincializzazione del ciclo integrato dei rifiuti. I consiglieri avellinesi respingono con fermezza la possibilità di una modifica sostanziale della legge regionale 4 del 2007, che avrebbe reso nuovamente concreto il rischio di realizzazione di una discarica nelle zone interne. La bagarre provocata nella seduta del consiglio regionale dal subemendamento di Gennaro Salvatore, capogruppo di «Caldoro presidente», potrebbe rappresentare la prima avvisaglia di una frattura profonda, che non sembra facilmente sanabile. Se il consigliere napoletano rilancia sulla necessità di «superare i limiti della provincializzazione che non ci consentono di affrontare al meglio la questione e che, spesso ci precludono la solidarietà delle altre regioni italiane ed europee» - non mancando una bacchettata ai colleghi delle altre province: «I consiglieri corrono il rischio di apparire difensori del proprio orticello, che si beccano come i polli di Renzo. Pensare che il problema dei rifiuti a Napoli riguardi solo la città capoluogo è frutto di miopia politica» -, i rappresentanti irpini condannano il tentativo posto in essere e annunciano le barricate rispetto a un’ipotesi tutt’altro che scongiurata. Tra i primi a prendere posizione in aula insieme al collega beneventano Umberto Del Basso De Caro, la consigliera del Pd, Rosetta D’Amelio, che evidenzia la necessità di «mantenere gli occhi aperti». «Non è tollerabile - evidenzia - che in una modifica regolamentare per velocizzare le autorizzazioni sismiche, si possa far rientrare una proposta che sconvolge la legge per lo smaltimento dei rifiuti, un settore in crisi che richiede risposte serie e chiare. Con un colpo di mano si vuole stravolgere il principio della provincializzazione per dare forza ai consueti interessi napolicentrici e penalizzare, ancora una volta, le aree interne. È un tentativo di colpo di mano vergognoso che stava per passare senza la presenza in aula del governatore: Caldoro dovrebbe illustrare al consiglio questa proposta». La D’Amelio ha abbandonato l’aula per dissenso politico, chiedendo il voto elettronico e il ritiro delle schede degli assenti. Stessa decisione ha assunto la quasi totalità dei consiglieri di Avellino, Benevento, Salerno e Caserta, mentre sono rimasti in aula - pur chiedendo un rinvio - i rappresentanti napoletani del Pd. Decisi nell’esprimere il proprio dissenso sono stati il vice presidente Giuseppe De Mita, l’assessore Edoardo Cosenza, i consiglieri Pietro Foglia, Ettore Zecchino e Antonia Ruggiero. Pietro Foglia, dell’Udc, parla apertamente di blitz: «Una vicenda allucinante. Un asse trasversale tra Pd e Pdl ha approfittato della discussione su emendamenti a una norma di tutt’altro titolo per introdurre la modifica alla provincializzazione. Un tentativo che abbiamo scongiurato in qualche modo, ma la partita è ancora tutta da giocare». «Siamo di fronte - evidenziano Zecchino e Ruggiero - a un atto di prevaricazione nei confronti dell’Irpinia e dei territori interni: con il provvedimento che si è tentato di far approvare si sarebbe fatto scontare alla nostra provincia la crisi rifiuti del napoletano. Non si può pensare di risolvere un’emergenza così gravosa facendone ricadere il peso su popolazioni che si sono distinte, invece, per comportamenti virtuosi e preventivi. Ultima frontiera del napolicentrismo, a quanto pare, è la filosofia del ”mal comune mezzo gaudio”: non può essere così. La nostra provincia va aiutata a uscire dai problemi e dalle crisi che la colpiscono e non va sobbarcata di altri problemi che non ha contribuito a produrre». La Ruggiero smentisce, poi, di essere rientrata in aula per votare il rinvio della discussione. «Mi sono opposta da subito - aggiunge - a questo sub emendamento e smentisco qualunque notizia che affermi il contrario. Durante il consiglio non ho risposto ad alcun richiamo e non ho garantito alcun numero legale, ma mi sono unita al coro dei consiglieri irpini nell’oppormi a questo provvedimento che ho da subito ritenuto lesivo per la nostra provincia». Zecchino - che fa riferimento allo stesso gruppo di Salvatore - non nasconde la possibilità che la spaccatura possa avere ripercussioni all’interno della maggioranza: «Abbiamo respinto, grazie a una compattezza territoriale, un tentativo di forzatura: non si può arrivare a una modifica di una legge condivisa in maniera furbesca, nè si può far passare per solidarietà un approccio che determina una modifica normativa. Quello dei rifiuti è un tema troppo scottante, che rischia di farci arrivare al contrasto: spero che si riesca a giungere ad una sintesi, ma non si può nascondere la gravità di un problema che spacca territorialmente. È necessario mantenere il principio della responsabilizzazione piena dei territori come linea guida». Assente ai lavori, l’esponente di «Noi Sud» Sergio Nappi - che ha preso parte al tavolo tecnico sui fondi della ricostruzione del terremoto del 23 novembre 1980 presso la presidenza del consiglio dei ministri a Roma - interviene per condannare in maniera netta il tentativo posto in essere. «La provincializzazione - è categorico - non può essere messa in discussione: per questo riteniamo inaccettabile la proposta di Gennaro Salvatore, volta a modificare la legge regionale 4 del 2007 sul ciclo di smaltimento dei rifiuti. La provincia di Avellino non può continuare a pagare il prezzo della cattiva gestione in Campania. Ha già dato un grande contributo per uscire dall’emergenza e non è disposta a subire ulteriori mortificazioni».

Powered by PhPeace 2.6.4