Il racconto-choc del pentito Vassallo «Un affare per Zagaria e Mallardo»

"I due clan sono alleati"
Dall'interdittiva antimafia alla guerra dei ricorsi
22 marzo 2011 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Ha lavorato anche per il termovalorizzatore di Acerra la Edilcar, una delle due ditte finite ieri nel mirino degli inquirenti. La società costruttice, la Fibe, con un contratto di subappalto affidò all’impresa dei Carandente Tartaglia l’esecuzione di scavi, rinterri e movimenti terra. Quella della Edilcar dal 1984 (quando la società nasce con sede in Marano) è una marcia trionfale nel mondo degli appalti. Una marcia non ostacolata nemmeno dall’arresto di Mario, il padre di Giuseppe, Giovanni, Franco e Mauro. La Edilcar, infatti, ha lavorato alla discarica Paenzano I di Tufino nel 2001, ai siti di stoccaggio di Masseria del Re nel 2006 e di Villaricca nel 2007. E poi ancora all’autostrada A3, ai parcheggi sotterranei dell’Arenella, e al trasferimento dei rifiuti del comune di Mugnano. Discarica di Chiaiano Nel 2007 la Edilcar forma un’Ati con la Ibi Idroimpianti e le due ditte lavorano per il consorzio Napoli 1 alla copertura finale delle discariche di Masseria del Pozzo e degli Schiavi. Poi nel 2008 le aziende eseguono interventi di somma urgenza per conto del Comune di Giugliano ancora presso Masseria del Pozzo. Per il commissariato di governo, intanto, la Ibi si aggiudica la realizzazione e la gestione della discarica di Savignano Irpino e di Chiaiano. Un appalto, quest’ultimo, molto controverso. I lavori vengono assegnati alla Pescatore, poi si scopre che la bonifica del fondo discarica richiede interventi aggiuntivi perché deve essere rimosso un profondo strato del materiale di fondo: la cava era stata utilizzata come poligono di tiro e contiene detriti. La Pescatore chiede un aggiornamento prezzi. La struttura di Bertolaso risponde picche. La Daneco, che aveva partecipato all’appalto assicurandosi il secondo posto, si tira indietro all’ultimo minuto e scende in campo la Ibi sempre in società con la Edilcar sui cui terreni vengono sistemati gli uffici, proprio come avevano previsto i Carantende in una serie di telefonate intercettate. Cambia anche il direttore dei lavori e le opere procedono a ritmo serrato fino all’apertura nel febbraio del 2009. E a quel punto i carabinieri del Noe guidati dal maggiore Giovanni Caturano già stanno monitorando quello che succede dentro e fuori la discarica e riescono quindi a filmare i camion mentre prelevano l’argilla nel sito abusivo (e già sigillato) di Montecorvino Pugliano e la portano a Giugliano nell’area di proprietà della Edilcar dove la mischiano al terreno di fondocava di Chiaiano (quello che era stato rimosso perché conteneva detriti) e la riportano in discarica. Intanto della Edilcar e della Ibi ha cominciato a parlare il manager pentito Gaetano Vassallo che spiega: «Hanno lavorato con me su indicazione dei Mallardo e dei Zagaria». Il Buscetta dei rifiuti ricorda anche che i due clan nel giuglianese sono strettamente alleati: chi lavora nella terra dei fuochi deve una percentuale al clan locale. Tutto sembra andare per il meglio, ma la Ibi a gennaio viene fulminata da un’interdittiva atipica della prefettura di Napoli: tra i soci c’è una persona che avevano avuto una richiesta di citazione in giudizio da parte della procura di Lagonegro per «attività di gestione dei rifiuti non autorizzata» e un’analoga richiesta della procura di Palermo per truffa. Immediato il ricorso al Tar e la successiva riabilitazione. La Ibi e la Edilcar restano a Chiaiano. Ma a dicembre del 2010 la Ibi viene colpita da una vera e propria interdittiva antimafia e presenta subito un nuovo ricorso al Tar. La sentenza dovrebbe arrivare tra qualche giorno. Intanto, nell’ultima fase dell’emergenza, l’impresa ha presentato alla Regione una richiesta per un ampliamento del sito. I tecnici dell’assessore Romano la stanno ancora valutando, ma la Provincia ha già escluso di portare più delle settecentomila tonnellate già autorizzate.

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