«Finalmente un’inchiesta dopo 4 anni di mobilitazione»

19 marzo 2011 - Luigi Patierno
Fonte: Il Mattino Benevento

S. Arcangelo. Alle 16 e 40 di ieri pomeriggio, il nucleo operativo del Corpo Forestale di Benevento pone i sigilli ai cancelli della discarica di Sant'Arcangelo Trimonte, e da quel momento il sito è sotto sequestro giudiziario su provvedimento del Giudice Clemente. Un provvedimento giudiziario che la comunità santarcangiolese attendeva da sempre; la speranza che la magistratura aprisse una inchiesta approfondita sulla situazione legata al sito di contrada Nocecchia non ha mai abbandonato chi per anni ha sempre lottato per evidenziare le problematiche di stabilità del versante, nonchè ambientali. «Sono 4 anni- spiega il presidente del Codisam Nicola Colangelo- dal 2007, che facciamo altro che evidenziare le anomalie e le caratteristiche improprie di un sito, quello di contrada Nocecchia, che per evidenti dissesti idrogeologici e di instabilità non era idoneo a tale destinazione e tutte queste perplessità sono bene evidenziate nella relazione Briuolo - Pellino». Preoccupati i membri del Codisam, così come il presidente del Copsa Nicola Rubino, auspicano che non vi siano anche problemi legati all'inquinamento. Il capogruppo di minoranza Massimo Del Viscovo chiede che si faccia immediata chiarezza: «Mi auspico che la Magistratura approfondisca le indagini e individui quanto prima le responsabilità di un disastro ambientale più volte annunciato, tra l'altro per una discarica regionale sorta in una zona in cui insistevano altre discariche, per le quali sono già in corso indagini per individuare eventuali responsabili. La mia speranza è che vengano accertate le responsabilità del Commissariato di Governo, dell'ex presidente della Provincia Nardone, per aver contribuito alla individuazione del sito e dei tecnici che hanno reso possibile la realizzazione del mega invaso, oltre che degli enti gestori che si sono avvicendati nel tempo, nonchè di coloro che dovevano effettuare i controlli». Dello stesso avviso anche il sindaco Romeo Pisani, che chiede al Magistrato di fare luce sulla vicenda, affinchè la verità venga a galla, «l'individuazione del sito - spiega - fu frutto di una scelta irresponsabile dell'allora presidente della Provincia Nardone, io per diverso tempo ho subito una campagna denigratoria, ma in questi anni ho sempre tutelato il territorio, mettendo in campo tutto ciò che era nelle mie facoltà, sono arrivato perfino ad autodenunciarmi in consiglio comunale, ora vogliamo solo la verità»

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