Discariche, la trattativa Casalesi-007 arriva in Parlame

Interpellanza dei depudati del Pd sugli appalti e sulla rapida carriera dei tecnici De Biasio e Scialdone
19 marzo 2011 - r.cap
Fonte: Il Mattino

C’è, in sintesi, l’intera storia dei rapporti inquinati tra uomini dell’emergenza rifiuti e la camorra casalese. Ci sono gli interrogativi sul ruolo dei servizi segreti nella gestione dell’affare, e quelli sul ruolo di due tecnici dei consorzi e del commissariato, Claudio De Biasio e Antonio Scialdone, finiti tra le maglie di varie inchieste giudiziarie eppure conservati nei loro posti. E c’è la richiesta ufficiale di chiarimenti sulla trattativa con Michele Zagaria, capoclan latitante da oltre quindici anni, premiato con appalti e contratti di fornitura concessi a ditte di sua strettissima fiducia. Lungo, articolato e complesso - come l’intera vicenda, del resto - il testo dell’interpellanza a risposta scritta presentata dal capogruppo del Pd in commissione antimafia, Laura Garavini, e sottoscritto anche dal capogruppo nella commissione ecomafie, Alessandro Bratti, oltre chee dai componenti della commissione antimafia Michele Bordo, Luisa Bossa, Giovanni Burtone, Francantonio Genovese, Maino Marchi, Andrea Orlando, Salvatore Piccolo e Walter Veltroni. Dai ministri dell’Interno, della Giustizia e dell’Ambiente i parlamentari chiedono di sapere come andò, veramente, la gestione dei rifiuti in Campania dal 2002 in poi, e quanto abbia pesato la camorra casalese sull’emergenza, affare nell’affare. E domandano: perché esponenti dei servizi si incontrarono con l’allora subcommissario ai rifiuti, Giulio Facchi? Chi li incaricò di fare questi incontri? Riprendendo quanto pubblicato dal Mattino e ripreso da vari organi di stampa, tra i quali Terra, Repubblica e Il Fatto quotidiano, oltre che da Rainews24 ai cui microfoni l’ex subcommissario Giulio Facchi ha raccontato di essere stato interrogato per un’intera giornata da uomini degli apparati di sicurezza, chiedono «se è vero che a questi incontri abbiano partecipato anche esponenti della camorra legati al capo del clan dei Casalesi, Michele Zagaria. Se ditte legate a Zagaria abbiano lavorato nella gestione dell’emergenza rifiuti e in che modo e perché non vennero controllate le certificazioni antimafia». Da chiarire, inoltre, «perché e chi ha intermediato con il Commissariato di Governo l’individuazione dei terreni su cui posizionare le ecoballe». Quindi, il ruolo dei due funzionari dei consorzi di bacino, la cui veste di indagati non ne ha rallentato la formidabile carriera: «L’architetto De Biasio, che negli atti processuali risulta essere uomo di riferimento dei fratelli Sergio e Michele Orsi, il primo condannato in primo grado per reati di mafia, l’altro vittima di un agguato camorristico, è passato dal Commissariato di governo alla Protezione civile, malgrado il coinvolgimento in tante indagini» mentre il dirigente Antonio Scialdone «ha continuato, almeno fino al 2009, a gestire i rapporti con imprese addette alle operazioni di trasporto e smaltimento dei rifiuti, nonostante il suo coinvolgimento in indagini su clan camorristici del Casertano». Ne consegue la domanda: chi li ha aiutati? I parlamentari del Pd, anzi, vanno oltre, ipotizzando coperture istituzionali di cui «abbiano goduto e continuano a godere i suddetti funzionari e se di queste coperture esista prova negli atti giudiziari». Infine, la domanda destinata al momento a rimanere senza risposta, la più inquietante, e sulla quale - dopo la pubblicazione dei servizi giornalistici - sta lavorando la Dda di Napoli: c’è un rapporto fra il mancato arresto di Zagaria e i patti stipulati con riferimento ai rifiuti?

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