"In Campania problemi per il nucleare"
Ci sono ostacoli sismici e idrogeologici
Le devastanti immagini del Giappone pongono pesanti interrogativi sul ricorso all’energia nucleare. Il centrodestra continua a ritenere strategica questa opzione ma gli eventi giapponesi presuppongono una frenata per evitare scontri puramente ideologici, perdipiù in campagna elettorale con i cittadini scossi dalla tragedia nipponica. Dall’altro canto, il centrosinistra è nettamente contrario al nucleare e lo è a maggior ragione in Campania, regione a forte rischio vulcanico, sismico e idrogeologico. La Campania è con Lombardia, Piemonte e Veneto, una delle quattro Regioni che hanno dato il parere favorevole, subordinandolo ad alcuni emendamenti, al decreto legislativo del governo che riguarda i criteri di localizzazione degli impianti nucleari e dei depositi di rifiuti. Secondo i deputati del Pd, il piano del governo prevederebbe in Campania due centrali, alla foce del Sele e a quella del Garigliano. In questo scenario, il presidente Caldoro rimanda la questione a un più vasto ragionamento. «La preoccupazione del mondo - sostiene il governatore - deve guardare innanzitutto alla salute e alla sicurezza dei cittadini. La scelta del nucleare è una scelta mondiale, europea. Abbiamo centrali al di là delle Alpi, nel bacino del Mediterraneo e ne avremo a cento chilometri da noi. E come abbiamo visto il mare non ti difende e noi compriamo l’energia nucleare da questi paesi, fatta in centrali che noi non controlliamo». Caldoro, dunque, mette in guardia «da battaglie di bandiere, ideologiche, strumentali» e colloca la questione in uno scenario più ampio. «L’Europa - dice - deve decidere cosa fare, non solo l’Italia». E per quanto riguarda la possibilità che la Campania possa ospitare centrali nucleari, la scelta, dice Caldoro, non può che essere compiuta dai tecnici. «Ma è evidente - aggiunge il governatore - che ci sono alcune regioni, con la Campania in testa, che hanno problemi sismici o idrogeologici. Ribadisco che però si tratta di una scelta mondiale da fare senza paletti ideologici». In Campania l’unica centrale elettronucleare è quella del Garigliano, nel comune di Sessa Aurunca. Inaugurata il primo giugno 1964, chiuse il primo marzo 1982 dopo un guasto ad un generatore di vapore. Da allora è un «monumento» abbandonato oggetto di polemiche. L’ultima è dei Verdi. «Vogliamo sapere che sta succedendo nella ex centrale del Garigliano - dice il commissario regionale Francesco Emilio Borrelli - dove negli ultimi giorni ci sono grandi attività e movimenti di mezzi pesanti sospetti». Borrelli annuncia una manifestazione degli ecologisti davanti all’impianto. «Vorrebbero realizzarvi - spiega - il deposito nazionale di scorie nucleari. Lo impediremo». Il Pd, anche alla luce del parere favorevole dato dalla Campania, chiede a Caldoro di fare chiarezza. «È incredibile - sostiene l’eurodeputato Andrea Cozzolino - che mentre sul nucleare si apre in Europa una riflessione seria il governo italiano va avanti come se niente fosse approvando il decreto sui criteri per l’individuazione dei siti. Il dato paradossale che solo quattro Regioni su venti hanno dato il via libera al piano governativo, e tra queste solo una del Mezzogiorno, e cioè la Campania. Caldoro dica una parola chiara. Dal governo hanno fatto sapere che nessuna centrale sarà costruita senza l’assenso delle Regioni. La Campania che farà?».