Caivano stop i rifiuti vanno in Toscana

Immondizia nei sacchi per i cadaveri
Partiranno 200 tonnellate al giorno
16 marzo 2011 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Via ai trasferimenti dei rifiuti in Toscana: la Sapna (la società della Provincia di Napoli) ha chiuso un accordo che ci permetterà di portare fuori regione altre duecento tonnellate di umido al giorno. Resta, invece, per il momento ancora fermo l’impianto di tritovagliatura di Caivano: lo stop spagnolo al trasferimento della frazione umida allunga i tempi necessari a liberare l’ impianto, ma l’azienda che lo gestisce, la A2A, spera di riuscire comunque a collocare la Fut, così come previsto dall’accordo stipulato con la Protezione civile. Cinquemila tonnellate sono già state imbustate (sono stati adoperati gli stessi sacchi di plastica che l’Onu usa per trasportare i cadaveri) e appena la Markab, l’impresa intermediaria, riuscirà a concludere il contratto con un altro Paese straniero, inizieranno i trasferimenti. Si punta soprattutto sulla Germania e sull’Olanda dove ci sono termovalorizzatori che hanno bisogno di spazzatura per produrre energia. Intanto negli impianti delle altre regioni stanno arrivando ottocento tonnellate di Fut al giorno dagli stir di Giugliano e di Tufino mentre mille tonnellate di «tal quale» vengono spedite agli altri stir della Campania: un’operazione necessaria vista la scelta di non aprire discariche in Provincia di Napoli, ma estremamente dispendiosa. La Sapna sborsa venti milioni al mese per portare a spasso i rifiuti in mezz’Italia. Una spesa di centoquaranta milioni all’anno che costringerà la Provincia a rivedere le tariffe di smaltimento e in ultima analisi la Tarsu. Una situazione che, lo ha più volte sottolineato il governatore Caldoro, è strettamente legata alla mancanza di impianti, da quelli di compostaggio a quelli di termovalorizzazione. La lacuna, lo prevede il piano regionale, dovrà essere colmata in tempi relativamente brevi: tre anni per il termovalorizzatore, molto di meno per il compostaggio e il trattamento di stabilizzazione. Ma l’urgenza resta quella di individuare dei siti da destinare a discarica: e la quarta bozza del piano preparata dal dipartimento di Scienze ambientali della facoltà Federico II punta soprattutto sul Sannio e sull’Irpinia. Scelte ancora in discussione: ieri il professor Umberto Arena (che guida il gruppo al lavoro sul documento) e l’assessore Giovanni Romano si sono incontrati per l’ennesimo confronto. Ma ormai i tempi stringono: il piano dovrà essere presentato in giunta e approvato dal consiglio regionale entro aprile, altrimenti il rischio di perdere i centocinquanta milioni di euro che l’Europa ci ha congelato diventa più che concreto. La Regione aspetta il piano d’ambito della Provincia di Napoli che non è stato ancora consegnato e per il quale i tempi non sembrano brevissimi: il presidente Cesaro aveva ipotizzato l’apertura di sette siti comprensoriali dove portare la spazzatura stabilizzata, ma l’incontro con i sindaci del nolano, i primi ad essere coinvolti, è stato più volte rinviato. E Cesaro ha più volte sottolineato di aver comunque bisogno di una serie di deroghe per andare avanti. Il dibattito, dunque, sembra tutt’altro che concluso: ieri i presidenti delle province di Benevento, Aniello Cimitile, e di Avellino, Cosimo Sibilia, sono già scesi in campo per dichiararsi contrari all’apertura di siti di sversamento sul proprio territorio, sottolineando, tra l’altro, che la legge impone il principio della provincializzazione. E il consigliere provinciale Tommaso Sodano (federazione della Sinistra) in un comunicato ha ribadito il suo no alle discariche sostenendo: «La strada maestra è quella a cui ci richiama l'Europa: prevenzione nella produzione dei rifiuti, raccolta differenziata, riciclo e riuso delle merci, e solo per una frazione terminale porsi il problema del recupero energetico che può avvenire con trattamento meccanico manuale a freddo».

Powered by PhPeace 2.6.4