La rabbia di Sibilia e Frullone Galasso: abbiamo già dato
Rabbia e indignazione per essere costretti a vedere, se non proprio vivere, un film già conosciuto. Il procuratore della Repubblica di Napoli, Giandomenico Lepore, continua a sollecitare la necessità di guardare all’Irpinia al Sannio per impiantare discariche che consentano a Napoli e provincia di tirarsi fuori da un’infinita emergenza. Chiede al Comune di Avellino e alla Provincia a fare un passo in avanti per garantire sostegno: per il procuratore, infatti, solo nelle aree interne sarebbero presenti territori idonei a ospitare impianti di smaltimento. Parole già sentite, che, però, non possono fare a meno di alimentare ulteriori tensioni e provocare nuove reazioni di sdegno e rabbia tra gli amministratori irpini. In primis, quelle del presidente dell’amministrazione provinciale Cosimo Sibilia che, pur non rilasciando alcuna dichiarazione ufficiale sulla vicenda, non nasconde sentimenti di rabbia e indignazione per le parole di Lepore e di non gradire che si continui a fare sempre riferimento ad Avellino e all’Irpinia. Il procuratore fa un riferimento generale al capoluogo. Replica secco il sindaco di Avellino, Giuseppe Galasso. «La nostra provincia - evidenzia - ha sempre garantito solidarietà al napoletano, ma è necessario che, adesso, tutti facciano la propria parte: non si può pensare di essere perennemente in emergenza, profittando di territori virtuosi che raggiungono alte percentuali di raccolta differenziata. Solidarietà sì, abitudine no». Esprime gli stessi concetti, seppur con toni molti più forti e duri, il sindaco di Bisaccia Salvatore Frullone, napoletano trapiantato in Alta Irpinia che ha lottato in prima linea per la salvaguardia del Formicoso. «C’è una legge - spiega - che impone la gestione del ciclo integrato sul livello provinciale e cancella Pero Spaccone dai siti idonei a ospitare uno sversatoio. I cittadini di Napoli, e lo dico da napoletano, devono imparare la cultura della differenziata e di una gestione virtuosa, senza continuare ad immaginare di poter scaricare su altri territori, tra l’altro già disagiati e penalizzati in numerosi settori, le proprie mancanze e difficoltà». Sentimenti di indignazione e rabbia in tutti gli amministratori e nei cittadini dell’Alta Irpinia e del resto della provincia. Da Baiano a Monteverde si solleva un coro unanime che respinge, senza mezzi termini, l’eventualità di un sacrificio che possa salvare Napoli. Lo ribadisce, attraverso una nota, anche il Partito comunista dei lavoratori. «Contestiamo fortemente - dice - questa affermazione del procuratore e ci auguriamo di poterlo fare a nome di tutti i cittadini di questa provincia. Crediamo che non spetti a Lepore la scelta dei luoghi dove debbano sorgere le discariche e siamo consapevoli che abbiamo già ampiamente dato, negli anni scorsi, in tema di rifiuti con Pianodardine, Ariano e Savignano. Lanciamo quindi un appello a tutte le istituzioni, alla società civile ed ai partiti politici affinché prendano immediatamente posizione: non abbiamo nulla contro Napoli, ma crediamo che dopo tanti anni di gestione della res publica dedita al napolicentrismo, sia giunto il momento che ci si occupi anche dell’Irpinia».