Chiaiano, rifiuti e camorra percolato nella discarica

I Mallardo e gli Zagaria controllavano lo sversamento dei rifiuti. La discarica impermeabilizzata con materiali scadenti, il percolato assorbito dal sottosuolo

21 marzo 2011
Fonte: Repubblica Napoli

L'inchiesta sulla discarica di Chiaiano a Napoli che ha portato alla emissione di 11 avvisi di garanzia verte sulla società Ibi, che gestisce il sito oltre ad altri impianti in Campania e a quello di Bellolampo a Palermo, e sulla Edil Car, controllata dalla famiglia Carandente, che ha ottenuto il subappalto.
L'ipotesi della procura è che attraverso queste due società (la prima già destinataria di un'interdittiva antimafia) i clan camorristici Mallardo e Zagaria controllassero lo sversamento dei rifiuti e i relativi appalti. Agli atti dell'inchiesta ci sono le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, tra cui l'ex imprenditore del settore dei rifiuti Gaetano Vassallo.
Agli indagati vengono contestati i reati di traffico di rifiuti e frode in pubbliche forniture. Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri del Noe, quando si decise di allestire una discarica nella cava prima adibita a poligono di tiro venne usato materiale di qualità scadente per impermeabilizzare il suolo: in particolare si fece uso di argilla estratta abusivamente nel Salernitano. Il risultato fu che il suolo è rimasto permeabile e il percolato è finito nel sottosuolo.
Nel corso dell'operazione, i militari hanno sequestrato un'altra discarica di 15.000 metri quadri a Giugliano di proprietà della famiglia Carandente, ritenuta vicina al clan Mallardo. Anche da questo impianto sarebbe stato preso materiale per allestire la discarica di Chiaiano.
"È amaro doversi ritrovare a dire 'avevamo ragione'. I nostri assessori-tecnici di fiducia, i professori giovan battista dè medici e franco ortolani, lo evidenziarono sin dai primi sopralluoghi che l'allestimento della discarica si stava facendo con gravi carenze tecniche e che ciò sarebbe stato il preludio ad un disastro ambientale". Così il sindaco di Marano, Salvatore Perrotta, in relazione agli avvisi di garanzia notificati questa mattina a responsabili e dirigenti della società che gestisce la discarica di chiaiano, alla periferia di napoli, un'inchiesta condotta dai pm della dda partenopea. Secondo l'accusa i clan avrebbero condizionato la gestione degli appalti, in particolare quello per la fornitura di argilla.
    "Se gli elementi acquisiti dalla procura troveranno riscontri, i fatti ora ci danno, tardivamente, ragione. Il tempo è galantuomo, ma talvolta lo è troppo tardi. Così come, è bene evidenziarlo, quest'inchiesta sbugiarda i tanti pseudo-paladini della legalità che - aggiunge il sindaco - nei giorni della protesta sostenevano che fosse alimentata dai clan: come si vede, i clan avevano interesse a realizzarla, la discarica; non a contrastarla".

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