Rifiuti, flop Spagna: si punta su Olanda e Germania

Sconcerto in regione "La documentazione era in regola". E non si potrà liberare lo Stir di Caivano
14 marzo 2011 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

No della Spagna ai rifiuti campani, e già si cercano alternative. In prima linea, ovviamente, c’è la Markab, la società che per Partenope Ambiente aveva curato l’affare. «Se il no dell’Andalusia, che non ci è mai stato comunicato ufficialmente, fosse confermato - dice Carlo Giomini, il presidente della società - trasferiremo la frazione umida accumulata a Caivano in altri impianti che già ci avevano dato la loro disponibilità, ma per portare via le 30 mila tonnellate previste ci vorrà almeno un altro mese». Le mete alternative che si stanno prendendo in considerazione sono l’Olanda e la Germania dove i rifiuti non finirebbero in discarica, ma nei termovalorizzatori. La Markab, però, continua a sperare che le autorità andaluse si convincano a dare il loro ok: «Nemmeno il proprietario della discarica Verinsur, dove dovrebbero arrivare i rifiuti, ha avuto comunicazioni ufficiali, anche se sapevamo che c’erano delle difficoltà. Oggi, però, i gestori del sito incontreranno gli amministratori spagnoli e la situazione sarà definitivamente chiarita», dice Giomini e sottolinea di aver sottoposto agli spagnoli un dossier a suo parere esauriente «uguale a quello che abbiamo inviato in casi simili in altri Paesi». E anche la Regione fa sapere: «Per noi la documentazione è a posto perché è conforme sia alle leggi nazionali e regionali che alle norme europee». Ma proprio alle norme europee fanno riferimento le autorità spagnole. Per la Ue, infatti, la spazzatura deve essere trasportata ai centri di smaltimento più vicini al luogo nel quale vengono prodotti, «e mi sembra chiaro che l’Andalusia non si trova nei pressi di Napoli», ha precisato all’agenzia Europa Press il consigliere della giunta per la protezione dell’ambiente, José Juan Diaz Trillo. Ma non solo: gli andalusi hanno anche sostenuto l’impossibilità di verificare la composizione dei rifiuti che partono da Napoli. Per la Markab, invece, i documenti allegati alla richiesta proverebbero un costante monitoraggio della frazione umida (che porta il codice 19-12-12, quello attribuito ai rifiuti che si ricavano dal trattamento meccanico) che in questi giorni si sta già impacchettando a Caivano. La ditta Elios di Dante Bussatore ha già imbustato nei sacchi utilizzati dall’Onu per trasportare i cadaveri, cinquemila tonnellate di Fut. La stessa azienda piacentina doveva poi trasferire i rifiuti alla Nave che doveva partire da Napoli. Altri bastimenti avrebbero preso il largo da Torre Annunziata. Un meccanismo che ora è andato in crisi. E non solo. Il no della Spagna crea un ulteriore inceppo nel delicato meccanismo dello smaltimento dei rifiuti campani. Un meccanismo che al momento si basa sui trasferimenti in altri siti della Regione e d’Italia ed è in ogni caso costosissimo: per portare a spasso i rifiuti si spendono, infatti, quasi 300 mila eruro al giorno. I conti sono presto fatti: 3200 sono le tonnellate di immondizia da smaltire quotidianamente al netto della differenziata per le quali la Provincia incassa quotidianamente 314 mila euro. Attualmente 800 tonnellare finiscono nelle discariche provinciali di Chiaiano e Terzigno e per queste si spendono 98 euro alla tonnellata, in tutto 78 mila e 400 euro. 120 mila euro si spendono per portare 800 tonnellate nelle altre Regioni (150 euro a tonnellata), 150 mila per trasferire altre 1000 tonnallate negli stir di Santa Maria Capua Vetere, Casalduni e Pianodardine, e almeno altri 60 mila euro per i trasferimenti nelle discariche di Savignano e Sant’Arcangelo. Le uscite superano le entrate di almeno 70 mila euro al giorno. Questo fino a quando non saranno liberati gli stir e si potrà attivare il sistema di stabilizzazione che permetterà di portare la spazzatura nelle cave. E a questo punto la meta appare sempre più lontana: per il momento lo stir di Caivano resta fermo.

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