Bloccati i camion per Chiaiano torna la rivolta anti-discarica

I comitati: "Nessuna indicazione sui tempi di chiusura, il timore è che si decida di ampliarla"
13 marzo 2011 - Luisa Maradei
Fonte: Il Mattino

Si sono dati appuntamento intorno alle 22 di venerdì un centinaio di attivisti circa della Rete Commons, sigla che da qualche mese coordina i comitati ambientalisti di Chiaiano, Marano, Mugnano, Scampia e Giugliano, per bloccare il conferimento dei camion pieni di immondizia alla discarica di Chiaiano. Le voci di un possibile allargamento della discarica di Chiaiano hanno scatenato l'allarme tra gli attivisti che hanno bloccato la rotonda Titanic proprio all’imbocco di via Cupa dei Cani, strada che conduce all’ingresso della cava. Decine di camion sono rimasti bloccati in via Santa Maria a Cubito e solo verso le 4.30 di ieri mattina i manifestanti hanno sciolto il blocco consentendo agli autocompattatori di poter sversare i rifiuti. «Ci siamo sentiti presi in giro – spiega Ivo Poggiano del comitato di Chiaiano - dopo lunghi incontri avuti nei mesi scorsi con i rappresentanti della Provincia, né il presidente Luigi Cesaro né l’assessore all'ambiente Giuseppe Caliendo hanno mai voluto comunicarci la data di chiusura definitiva della discarica. Pensiamo che Chiaiano abbia già sofferto abbastanza e bisogna impedire qualsiasi ipotesi di nuovo sversamente né nella cava del Poligono né altrove». I comitati temono l'allargamento della cava attuale e l'utilizzo delle altre adiacenti. «Ce ne sono tredici in zona e due sono di proprietà del governo che, in situazioni di emergenza e in mancanza di altri siti in cui sversare i rifiuti, potrebbe decidere di utilizzarle», temono i comitati. «La cava di Chiaiano è quasi satura e con la spazzatura che sale in altezza l'aria è diventata irrespirabile – spiega Poggiano – non oso immaginare cosa potrà succedere d'estate con le finestre aperte. Molte famiglie stanno cercando di trasferirsi in altri quartieri e tantissimi vomitano per l'odore nauseabondo». La discarica di Chiaiano, aperta nel febbraio 2009, è stata progettata per contenere 800mila tonnellate, oggi ne ha ingoiato già 580mila ma si ritiene opportuno, per problemi strutturali, non superare la capienza di 630mila tonnellate. Del resto già adesso il numero dei camion che lì vanno a conferire i rifiuti si è drasticamente ridotto: dai 70 che vi scaricavano a regime oggi sono circa 40 e nei giorni di pioggia gli autocompattatori incontrano notevoli difficoltà per salire sulle montagne di immondizia senza rischare di slittare. I comitati temono che i recenti lavori di adeguamento delle strade limitrofe all'invaso (opere di sbancamento, messa in sicurezza, costruzione di guardrail in legno e cemento, asfalto) nascondano in realtà progetti diversi dalla chiusura e stabilizzazione della cava. «Non vogliamo trascorrere un'altra estate con la discarica aperta» dicono i rappresentanti dei comitati che promettono battaglia e ancora blocchi stradali nelle prossime notti. In mancanza di siti alternativi per sversare i rifiuti è verosimile che per fine aprile la città torni ad essere invasa dai rifiuti con il rischio di rovinare la cartolina turistica durante le vacanze pasquali. I comitati annunciano per il 9 aprile una manifestazione sotto i palazzi del potere insieme a tutti gli aderenti alla Rete Commons per rivendicare la possibilità di un piano rifiuti alternativo alle discariche e agli inceneritori ma basato su una raccolta differenziata molto spinta. Intanto per sabato 19 marzo è stata autorizzata una visita in discarica dei manifestanti e degli amministratori locali.

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