Shoppers bandite, in ginocchio gli imprenditori della plastica

L'allarme di Confindustria: "Gli ordinativi in picchiata"
11 marzo 2011 - al.fa.
Fonte: Il Mattino Salerno

Settanta aziende in ginocchio, oltre cinquecento operai licenziati e altri 1.500 con il fiato sospeso, in attesa di una svolta che sembra non arrivare mai. È la crisi dell’industria della gomma plastica. Una crisi che ha una data d’inizio ben precisa, figlia dell’entrata in vigore del divieto di commercializzazione delle shoppers in plastica. «Dal primo gennaio - lancia l’allarme Gerardo Gambardella, presidente del gruppo chimica e gomma plastica di Confindustria Salerno - sono calati gli ordinativi ed è aumentata la richiesta di materia prima biodegradabile in misura sproporzionata rispetto alla disponibilità». Con i prezzi delle materie prime in ascesa dopo la crisi nel Medio Oriente, il divieto di commercializzazione delle vecchie buste di plastica è diventato esecutivo ma gli operatori attendono ancora chiarimenti da parte dei ministeri competenti. «Secondo la direttiva europea 94/62 - continua Gambardella - un imballaggio a norma deve possedere almeno una di quattro caratteristiche: deve essere riciclabile, riutilizzabile, recuperabile per via energetica e biodegradabile. Ciò detto, le shoppers in polietilene non biodegradabili presentano tre di queste peculiarità su quattro: si possono usare più volte, possono essere recuperate nel ciclo dei rifiuti e quindi riciclate. Non è chiaro, pertanto, perché il loro utilizzo debba essere vietato. Senza contare che manca ancora un decreto attuativo che indichi con certezza quali materiali usare nella produzione delle nuove shoppers». Se gli industriali aspettano chiarimenti, la crisi non aspetta. E morde, ogni giorno di più. «Non essendoci più commesse per i sacchetti tradizionali - denuncia Gambardella - le aziende del comparto hanno visto calare vertiginosamente i propri ordinativi con evidenti ricadute negative sull’occupazione». Gran parte delle settanta aziende salernitane attive nel comparto gomma e plastica, così, deve fare i conti con i fatturati in picchiata. E cominciare a razionalizzare i costi. Il 25% degli operai è già stato licenziato, altri potrebbero ricevere a breve la fatidica lettera. Quando la salvaguardia dell’ambiente non piace a tutti.

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