Cosentino, udienzalampo e show: c'è anche la Bbc
Il processo più atteso è durato solo trenta minuti. Il tempo di costituire le parti e accertare che oltre non si poteva andare perché l’avvocato dello Stato era assente. E così, quel difetto di citazione ha trasformato in esclusivo evento mediatico l’avvio del dibattimento su camorra e rifiuti e sul ruolo dell’unico imputato, Nicola Cosentino, trent’anni e passa di politica alle spalle, la responsabilità del Pdl regionale e l’accusa di concorso esterno nell’associazione mafiosa. La stessa contestata, con opposte decisioni, a Calogero Mannino e Bruno Contrada o Marcello Dell’Utri. Cosentino, abito e cravatta blu, è arrivato da solo, in netto anticipo sull’orario dell’udienza, poi raggiunto nell’atrio del Palazzo di giustizia di piazza della Resistenza, a Santa Maria Capua Vetere, dagli avvocati Stefano Montone e Agostino De Caro. Ad attenderlo c’erano decine di giornalisti, decine di cameramen, e poi fotografi e direttori di siti web, collaboratori delle più variegate testate. C’erano anche due colleghi della Bbc, in Campania già da qualche giorno per un reportage sulla camorra e che non hanno voluto perdere l’evento giudiziario. Erano tutti là per strappare una battuta all’imputato, che pochissimi in realtà si aspettavano di trovare al suo posto. Telecamere e macchine fotografiche hanno preceduto e seguito il deputato del Pdl, e fino al luglio dello scorso anno sottosegretario all’Economia, fino all’aula al piano terra sottratta alle udienze della prevenzione e destinata a ospitare tutto il processo. Alle 10 e 30, preannunciati dalle sirene, sono entrati i due pubblici ministeri, Alessandro Milita e Giuseppe Narducci, che avevano seguito l’inchiesta sin dalle primissime battute e che avevano chiesto e ottenuto dal gip Raffaele Piccirillo l’arresto del parlamentare. Arresto non eseguito per il diniego della Camera. Eccoli, i protagonisti erano tutti seduti al primo banco. E sono state sufficienti poche battute perché il presidente della prima sezione del Tribunale, Gianpaolo Guglielmo (a latere Luigi D’Angiolella e Tommaso Perrella) prendesse atto dell’assenza dell’avvocato dello Stato e concordasse con le parti la data del rinvio. Se ne riparlerà il 18 aprile, quando saranno affrontate le questioni preliminari (come le costituzioni di parte civile) e l’ammissione degli elementi di prova, tra le quali il lunghissimo elenco dei testimoni già depositato da accusa e difesa. Il tutto per otto lunedì, fino al 18 luglio, ultima udienza prima della pausa estiva.