"Porta a Porta" bar e ristoranti sotto accusa
Raccolta differenziata dei rifiuti, il Comune di Caserta dichiara guerra ai commercianti. Multe salate per chi non si adeguerà in tempi brevi. Nel mirino dei vigili urbani e degli ispettori dell'Ufficio Ecologia ci sono soprattutto bar e ristoranti, accusati di non rispettare l'ordinanza che disciplina il sistema «porta a porta». Un fenomeno, per giunta, che interessa tutto il centro storico e non solo. La mappa delle strade coinvolte, disegnata dagli ispettori, contempla via Mazzini e corso Trieste, piazza Gramsci e via Gasparri, via Bramante, via G.Bosco, via Sant'Antonio, via Settembrini e corso Giannone ma anche via Vivaldi, via De Martino, piazza Matteotti, via San Carlo, viale Lincoln, via Gallicola e via Galilei per un totale di circa 560 mila chilogrammi al mese di rifiuti non differenziati per i quali l'Ente è costretto ad un notevole esborso di denaro extra per lo smaltimento in discarica. «A poco sono valsi fino ad ora sopralluoghi e sanzioni - fa notare il comandante della Polizia Municipale, Alberto Negro - in via Picazio abbiamo elevato multe addirittura per seicento euro ma senza ottenere alcun risultato». L'ordinanza sui rifiuti, la numero 77 del 2010, prevede infatti sanzioni che oscillano dai 25 ai 500 euro (che diventano 600 nel caso in cui il comportamento non conforme venga reiterato) a seconda della violazione commessa. Da qui la decisione di correre ai ripari con la redazione di una nuova ordinanza, più restrittiva rispetto alla precedente, che sarà emanata contestualmente alla nuova gara di appalto per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti. «Al momento si tratta soltanto di una bozza - spiega il responsabile del gruppo ispettivo dell'Ufficio Ambiente, Enzo Cirillo - che abbiamo intenzione di sottoporre all'attenzione delle due associazioni di categoria, Ascom e Confesercenti. Contiamo molto infatti sulla loro collaborazione per arginare questa emergenza che sta producendo danni a tutta la città perchè rischia di vanificare gli sforzi compiuti da tanti casertani disciplinati. Per raggiungere la quota del 65% di raccolta differenziata (attualmente siamo al 44%) entro il 2012, così come la legge ci impone, sarà necessario infatti che tutti adottino comportamenti conformi alle regole». Il riferimento va non soltanto alle utenze commerciali ma anche a scuole, università e soprattutto molti uffici, sia pubblici che privati. Ma per i commercianti la colpa va attribuita al sistema di raccolta: «Non si può pretendere di adottare per i commercianti lo stesso metodo utilizzato per le famiglie - sostiene il vice presidente provinciale di Confesercenti, Lello Valentino - bar e ristoranti hanno esigenze diverse che vanno affrontate in modo differente. Urge una raccolta ad hoc oppure un accesso diretto alle isole ecologiche per consentire alla categoria di sversare direttamente i loro rifiuti nelle piazzole. Noi siamo disposti al dialogo e attendiamo di essere convocati per affrontare la quesstione e risolverla in tempi brevi». Per l'Ascom invece il problema è strettamente connesso ai contenitori e ai sacchetti distribuiti in numero limitato e nel complesso insufficienti. «Ci risulta difficile - spiega Antonio Maiello, presidente della sezione ristoratori - far fronte alla mole di rifiuti prodotti giornalmente senza i mezzi adeguati e ancora più complicato è tenere l'umido in sede in attesa degli unici due giorni di raccolta settimanale». E intanto fioccano le polemiche sulla penuria di controlli da parte dei vigili urbani: «Noi facciamo tutto quanto è in nostro potere - si difende il comandante Negro - per garantire sopralluoghi a tappeto sul territorio malgrado la cronica carenza di organico, basti pensare che nel 2010 abbiamo elevato ben 220 verbali per abbandono incontrollato di rifiuti, ma senza la collaborazione dei cittadini e degli stessi commercianti difficilmente riusciremo ad arginare il fenomeno. Si spera nella videosorveglianza e nel buonsenso di tutti».