Cosentino e i Casalese, domani davanti ai giudici

Il leader regionale del Pdl è accusato di consorso esterno. Dibattimento al via a Santa Maria
9 marzo 2011 - Rosaria Capacchione
Fonte: Il Mattino

A carte scoperte, come per la verità è sempre stato, tutte esibite sul banco dell’accusa, tutte depositate all’attenzione del Tribunale e della difesa. Da domani l’inchiesta Cosentino diventa processo, pubblico dibattimento e pubblico contraddittorio, con il confronto tra le parti e l’interrogatorio a porte aperte dei collaboratori di giustizia, gli uomini del clan dei Casalesi che accusano il coordinatore regionale del Pdl ed ex sottosegretario all’Economia di aver brigato con la camorra, di aver agevolato un’impresa mafiosa - la Ecoquattro dei fratelli Orsi - in cambio di un tornaconto personale: i voti, il consenso, il potere. A trentaquattro mesi dalle prime dichiarazioni rese alla Dda da Gaetano Vassallo, a trenta dalle indiscrezioni sull’indagine a carico del politico di Casal di Principe, a sedici dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Napoli Raffaele Piccirillo mai eseguita per il diniego del Parlamento, a tre dalla richiesta di rinvio a giudizio dei pm Alessandro Milita e Giuseppe Narducci e a quaranta giorni dalla richiesta di giudizio immediato depositata dallo stesso Cosentino, si apre l’istruttoria dibattimentale. Teatro del processo sarà il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, la valutazione delle prove sarà fatta dal collegio C della prima sezione penale, presieduta dal giudice Giampaolo Guglielmo. Già citate le parti offese individuate dai pm antimafia e i testi della pubblica accusa. Tra i soggetti danneggiati dal sistema Cosentino compare, e può sembrare un paradosso, la Fibe Spa, alla quale l’esponente di Forza Italia aveva contrapposto, nell’ipotesi di accusa, l’Impregeco. La seconda parte offesa è il governo, che in altri procedimenti penali è il soggetto danneggiato da Fibe. L’inchiesta, nata dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gaetano Vassallo, imprenditore dei rifiuti più volte arrestato, sempre assolto «ma sempre colpevole» come lui stesso aveva confessato nell’aprile del 2008, vede Nicola Cosentino nella veste di unico imputato. Secondo l’accusa, così come ricostruita sinteticamente dalla Dda nella richiesta di rinvio a giudizio depositata il 23 dicembre scorso, avrebbe contribuito «in modo decisivo alla programmazione ed attuazione del progetto finalizzato - in particolare concretizzato attraverso la società consortile Impregeco, il consorzio Ce4 e gli altri consorzi della provincia di Caserta, dallo stesso controllati - a realizzare, nella regione Campania, un ciclo integrato dei rifiuti alternativo e concorrenziale a quello legittimamente gestito dal sistema Fibe-Fisia Italimpianti, così boicottando le società affidatarie, al fine di egemonizzare l’intera gestione del relativo ciclo economico e comunque creare un’illecita autonomia gestionale a livello provinciale, controllando direttamente le discariche, luogo di smaltimento ultimo dei rifiuti, ed attivandosi nel progettare la costruzione e gestione di un termovalorizzatore, strumentalizzando le attività del Commissariato di governo per l’emergenza rifiuti all’uopo necessarie». Il tutto, agevolando il clan dei Casalesi e, nello specifico, «le famiglie Schiavone/Russo, Iovine, Bidognetti, Zagaria ed ai loro esponenti di vertice e singoli reggenti pro-tempore». La contropartita al suo interessamento sarebbe stato il sostegno elettorale «in occasione delle elezioni a cui partecipava», dal 1980 in poi. Tra i testimoni che saranno citati dalla Procura compaiono Giuseppe Valente (ex presidente di Impregeco), Lorenzo Diana (ex segretario della commissione antimafia), i pentiti casalese Francesco Della Corte, Luigi Diana, Dario De Simone, Pasquale Lombardi e Arcangelo Martino (coinvolti con Flavio Carboni nell’inchiesta romana sulla P3), il subcommissario vicario Massimo Paolucci, l’ex governatore Antonio Bassolino, la vedova di Michele Orsi Miranda Diana.

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