Raid al depuratore: è giallo

Dall'impianto non è stato portato via nulla
Vertice sul funzionamento
8 marzo 2011 - Elio Zanni
Fonte: Il Mattino Caserta

Teano. I cavi elettrici e i tiranti d’acciaio tranciati con un utensile di grosse dimensioni ma poi lasciati lì per terra, come se si trattasse di cose di nessun valore. E le griglie dei pozzetti? Anche se di ghisa pesante o di acciaio, risultano scientificamente spaccate ma non asportate, non rubate. Anche solo da lontano, sbirciando dalla recinzione (tra l’altro anche questa tranciata in più punti), è possibile notare i segni di un incendio appiccato in quello che sembra un magazzino o una sala comandi. Ecco perché sarà a dir poco difficile o impossibile catalogare come semplice atto vandalico il raid posto in essere qualche giorno fa, ma scoperto solo ieri, ai danni dell’impianto di depurazione delle acque reflue urbane di Teano. Si tratta del depuratore situato per motivi logistici in prossimità del rione Pastene. Una zona periferica e anche impervia, raggiungibile nel tratto terminale solo grazie a uno sterrato di campagna. Dal lato opposto ha una difesa naturale: il fiume Savone. È deputato a raccogliere e depurare la maggior parte delle acque nere prodotte dai residenti di Teano, centro capoluogo, circa quattromila persone. L’impianto è di proprietà del Comune di Teano e può essere considerato strategico, ecologicamente parlando e ai fini del completamento del ciclo previsto per legge di trattamento delle acque. Malgrado ciò, non è vigilato. Incredibile a dirsi, non è dotato nemmeno di un sistema di telecamere o avvisi radio di controllo a distanza delle intrusioni. Eventi per nulla improbabili, visto che quello registrato ieri è già il terzo in un anno, stando alle denunce di furto presentate ai carabinieri. Con una peculiarità: stavolta si può parlare di devastazione. Al punto che la ditta cui è affidata la conduzione del depuratore, la Soteco Spa con sede a Maddaloni, per cautela si è riservata di valutare i danni dopo un più attento sopralluogo programmato per stamattina. Ma sul luogo con i tecnici Soteco si recheranno anche degli esperti del Noe e dell’Arpac. Sarà necessario, infatti, anche valutare il residuo grado di funzionalità dell’impianto e prescrivere il calendario degli interventi in grado di riportare a pieno regime i dispositivi. Si parla anche di rischio di fermo, ma da un incontro tenuto ieri sera in municipio, sarebbe emerso che, grazie a una serie di manovre sulle linee secondarie di clorazione, il livello di depurazione potrebbe essere considerato, anche se di poco, nella norma. Rimane da chiedersi a chi possa giovare una simile situazione e a quale a logica possa mai rispondere la manomissione dei costosi dispositivi del Comune (anche di non facile reperibilità) come le pompe di scarico, i supporti e gli stressi dosatori automatici per il cloro. Che dire poi degli oggetti gettati negli ingranaggi delle vasche di decantazione? Sembrerebbe emergere un’oscura volontà di boicottaggio. Tanto, volendo ottimisticamente escludere, per ora, l’ipotesi di un’azione intimidatoria a scopo estorsivo.

Powered by PhPeace 2.6.4