Spariti i soldi trattenuti in busta paga raffica di risarcimenti nei consorzi
Indaga anche la magistratura
Soldi trattenuti dalle buste paga dei lavoratori dl settore rifiuti e mai versati alle finanziarie: ora il consorzio unico Napoli – Caserta rischia che gli istituti di credito si rivolgano ai giudici per ottenere il decreto ingiuntivo ed essere risarcite del danno. È l'ennesima assurda vicenda che coinvolge gli amministratori del cosiddetto consorzione sul quale ormai da diversi mesi indaga la magistratura. Una vicenda che potrebbe portare in giudizio, insieme agli amministratori, centinaia di lavoratori che, dopo aver contratto debiti con istituti di credito, hanno subito mese dopo mese la trattenuta in busta paga: i soldi, però, sono restati nelle casse del consorzio, che pure è un ente pubblico, e non sono stati versati alle società creditrici che ora minacciano di rivalersi sugli amministratori pubblici e sui singoli dipendenti. «I consorzi del settore rifiuti hanno accumulato con noi molti debiti –spiega Aurelio De Gennaro, presidente della Fide spa, una delle finanziarie alle quali si sono rivolti i lavoratori – E in particolare quello di Napoli-Caserta nei mesi scorsi aveva un buco di centinaia di migliaia di euro che poi si è ridotto perché sono stati effettuati dei versamenti. Ma ora, a ogni mese che passa, la cifra torna a crescere». La Fide ha prestato soldi a una settantina di lavoratori, ma molti altri hanno contratto debiti con altre finanziarie. Si tratta in molti casi di prestiti con durata decennale. Il consorzio in questo caso dovrebbe svolgere un ruolo esclusivamente contabile versando una parte dello stipendio del lavoratore che ha contratto il debito direttamente alla finanziaria. Sennonché gli amministratori che si sono succeduti negli ultimi anni hanno trattenuto i soldi, ma non li hanno versati. Anche perché la situazione economica dei conrsorzi è a dir poco precaria. Le continue assunzioni clientelari, le manovre dei Comuni che sono entrati e usciti dall'associazione lasciando in pegno lavoratori da pagare, le continue violazioni della legge che imponeva dal 2008 il blocco degli organici e vietava ai Comuni di abbandonare la società, hanno ridotto il bilancio a un'unica grande voragine. Una voragine che è stata riempita fino al 2009 dai soldi versati dai commissariati all'emergenza rifiuti prima e dalla struttura di Bertolaso poi. Ma da quando a pagare gli stipendi sono le Province (che non riescono, però, a utilizzare il personale), i soldi sono sempre di meno e ogni mese è un'avventura perfino pagare gli stipendi. Figuriamoci le finanziarie. «Noi non pretendiamo il pagamento degli interessi di mora – conclude De Gennaro – ma dobbiamo necessariamente rientrare dei soldi che abbiamo prestato. Se i consorzi non verseranno i soldi trattenuti ai dipendenti questi saremo costretti a ricorrere al decreto ingiuntivo». E a quel punto si potrebbe arrivare a un sequestro dei beni. E ad essere sequestrati non sarebbero i conti del consorzio diventati impignorabili per legge, ma i frigoriferi, le lavatrici, le Tv, i salotti e gli armadi dei dipendenti. Un'ipotesi che provoca un'immediata e collettiva ribellione. «Sono decine e decine i lavoratori che si stanno rivolgendo a noi per essere tutelati», dice Vincenzo Guidotti, portavoce dei sindacati autonomi. E infatti Giovanni V. spiega: «Sono pronto a tutto, ormai sono un kamikaze. Se il consorzio non versa alla finanziaria i soldi che ha trattenuto dalla mia busta paga sarò costretto a gesti estremi. Io mi sono fatti prestare settemila euro che con gli interessi in dieci anni diventano 12 mila euro. Mi sono rivolta a una finanziaria che recentemente è stata venduta a una banca. L'istituto di credito mi ha scritto sostenendo che dal 2009 fino al gennaio 2011 non ha percepito 11 rate. Ma i soldi dalla mia busta paga sono sempre stati prelevati: io ho versato 106 rate al mese. Se a casa mia viene l'ufficiale giudiziario io divento un kamikaze».