Ganapini ai pm "Su Parco Saurino il veto degli 007"

L'ex assessore regionale all'ambiente convocato in Procura conferma le accuse
5 marzo 2011 - Rosaria Capacchione
Fonte: Il Mattino

Tre ore di registrazione audio, sei minuti di intervista video postata su youtube. Voce e immagini appartengono a un uomo preoccupato, perplesso, consapevole però di essere finito in un gioco molto più grande di lui e per nulla chiaro. Spaventato, ecco. Walter Ganapini è un uomo preoccupato. Per colpa della camorra? No, sullo sfondo dei suoi racconti non c’è solo la camorra, visto che con lui aveva parlato addirittura il numero uno dei servizi segreti italiani. La politica? C’è anche la politica, e sin qui è tutto già visto, come ai tempi dell’affare Cirillo o, in tempi più recenti, dell’affare Alta Velocità. L’incredibile, a voler esprimere un giudizio, è che il tavolino a tre si è riproposto, con gli 007 nella veste di principali protagonisti. Lo ha detto Giulio Facchi, ex subcommissario per l’emergenza rifiuti, che in Procura la passata settimana aveva confermato parola per parola quanto già dichiarato alla stampa. Lo ha ribadito Walter Ganapini, la voce e la faccia del filmato di youtube e del file audio di Wikileaks, che l’altra sera è stato sentito dal coordinatore del pool anticasalesi, Federico Cafiero de Raho, e dai pm Alessandro Milita e Catello Maresca. Se abbia aggiunto o sottratto dettagli a quanto dichiarato nelle interviste, datate giugno e luglio 2009, non è dato sapere. Ma appare assai improbabile che abbia potuto smentire se stesso e la sostanza delle cose. E cioè la sua lettura di quanto accadde in Campania (e nello specifico in provincia di Caserta) subito dopo l’approvazione del decreto sull’emergenza e la nomina di Gianni De Gennaro, attuale direttore dell’Asi (l’agenzia di coordinamento dei servizi segreti) a commissario straordinario. C’era da discutere, in quei giorni, la gestione dell’emergenza, il caos a Chiaiano e Pianura, il progetto di costruzione del termovalorizzatore di Santa Maria la Fossa e la gestione del polo di riconversione dell’immondizia da realizzare nel sito di Parco Saurino. Ganapini, chiamato da Bassolino a sovrintendere agli affari ambientali della Campania, si chiedeva: perché, alle prime avvisaglie dell’emergenza del 2008, non si utilizzò Parco Saurino, discarica pronta per l’uso e che poteva accogliere i rifiuti della Campania per sei mesi? Nell’intevista aggiungeva: «Su Parco Saurino io ho negoziato un giorno con l’attuale capo dei servizi segreti, che è una cosa seria essere il capo dei servizi segreti... Certamente, quell’oggetto è un mistero della Repubblica e ce lo siamo detto, perché Prodi si sia assunto le responsabilità che si è assunto, ancora non è chiaro, ma quando il coordinatore dei servizi segreti ti dice per due volte, urlando: ”Si è esposta due volte la presidenza della Repubblica”, se non sei ubriaco e se sei una persona, ti parametri un attimo e decidi cosa vuoi fare». Parlava dei servizi segreti quando affrontava il problema dello smaltimento dello ecoballe: «La cosa era già sotto il controllo dei servizi in epoca Prodi». E aggiungeva i riferimenti a un attentato mancato e a uno speronamento sull’autostrada: «Gli avvertimenti li ho ricevuti, diciamo, rispetto al fatto che avevo visto qualcosa che non dovevo (...) a piazza del Gesù nel pieno centro di Napoli nel giugno 2008, una brutta cosa perché stavo da solo, contro due moto e quattro persone col casco integrale». È questo il quadro in cui si collocano gli incontri, di cui parlano alcune fonti riservate, tra il capo dei Casalesi Michele Zagaria, un uomo dei servizi segreti e un rappresentante della Regione (o del commissariato straordinario di governo). Incontri datati 2005 e 2006/2007 e finalizzati a concordare le modalità di affidamento di appalti e forniture per il termovalorizzatore e il ristoro per le aziende zootecniche destinate a una inevitabile chiusura. Parco Saurino è uno snodo cruciale dell’accordo: lì è stata individuata la localizzazione del termovalorizzatore di Caserta e la discarica costruita e inutilizzata è destinata a diventare sito di stoccaggio al servizio dell’impianto. La sua esistenza, anzi, agevola la localizzazione in territorio controllato dal clan dei Casalesi. I quali avrebbero garantito la pax sociale in cambio dell’affidamento dei servizi di trasporto e raccolta dei rifiuti a ditte di strettissima osservanza. Risale a quel periodo il contratto, confermato anche dal Consorzio unico, in favore della ditta dei fratelli Fontana. Dicono gli investigatori, parenti e prestanome di Zagaria.

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