Rifiuti e clientele, spunta tangente da 24mila euro

Appalti Asìa, la Procura indaga anche su una lista di assunzioni. Coinvolti politici e sindacalisti
3 marzo 2011 - Leandro Del Gaudio
Fonte: Il Mattino

Mazzette da 24mila euro, poi una lista di nomi da assumere. Funzionavano più o meno così gli affari, a proposito di raccolta dei rifiuti sul territorio metropolitano. Tangenti ricavate grazie ad appalti gonfiati, ma anche nomi da assumere per consolidare clientele di politici, sindacalisti, amministratori. C’era un collettore, uno che raccoglieva soldi e imponeva assunzioni. È lo sfondo ricostruito dalla Procura di Napoli, che ormai da mesi sta passando al setaccio la storia e le attività della municipalizzata Asìa, società comunale nata per realizzare la raccolta dei sacchetti della spazzatura e per curare la differenziata nei quartieri cittadini. C’è un’ipotesi investigativa che, se fosse vera, basterebbe da sola a spiegare per quale motivo qualità della vita e standard di differenziata restano da anni lontani dalle esigenze di una metropoli europea. Arresti, sequestri, perquisizioni. Poi, dalle ipotesi si passa ai numeri, che sembrano andare in una sola direzione: ogni mese - è quanto emerge da indagini ancora in corso - le coop di lavoratori versavano 24mila euro a un collettore di Enerambiente, che è la principale ditta appaltatrice dei servizi di Asìa. Poi assumevano personale segnalato con contratti stagionali, garantendo vere e proprie clientele. Inchiesta per concussione, c’è una svolta nelle indagini condotte dal procuratore aggiunto Gianni Melillo e dai pm Danilo De Simone, Giuseppe Noviello, Paolo Sirleo, Luigi Santulli, Maria Sepe. C’è un quantum e una ricostruzione su cui sono in corso verifiche. Si parte da una piramide di contratti: da Asìa a Enerambiente, poi da Enerambiente a due coop che si sono avvicendate in rapporti di subappalto, vale a dire la San Marco e, negli ultimi anni, la Davideco. Finito in cella due mesi fa, il presidente della Davideco Salvatore Fiorito sta offrendo un contributo, oggi al vaglio di Digos e Guardia di Finanza. Il triangolo Asia-Enerambiente-Davideco, dunque: bloccate le assunzioni in Enerambiente, si faceva ricorso a cooperative di lavoro, quindi alla San Marco e, negli ultimi anni, alla Davideco. E qui c’era il presunto (e per il momento tutto da dimostrare) scambio di denaro e clientele. Di fronte alla possibilità di lavorare, le coop avrebbero versato 24mila euro a soggetti di Enerambiente, che avrebbero avuto anche un altro ruolo: quello di «trasmettere le liste di personale che le cooperative erano tenute ad assumere», almeno stando a quanto emerge dal decreto di perquisizione notificato qualche giorno fa a politici e amministratori. Vicenda delicata, in cui va fatta una premessa: perquisizioni o interrogatori non corrispondono a una prova di colpevolezza, ma a un mezzo di accertamento di un’ipotesi investigativa. Ad essere raggiunti dalle perquisizioni, il capocantiere di Enerambiente Corrado Cigliano e il fratello Dario, eletto per la Pdl come consigliere comunale. Difesi dal penalista Valerio De Martino, i Cigliano respingono le accuse, a partire da Corrado che non accetta l’etichetta di collettore di soldi o di redattore per conto terzi di liste di nomi da assumere. Vicenda in corso, sono diversi i punti da verificare. Sott’inchiesta anche Asìa, la stazione appaltante. Tanto che tra gli indagati per concussione finisce anche Pasquale Losa, ex presidente Asìa e oggi assessore comunale al Personale. Difeso dal penalista Giuseppe Fusco, ha smentito fin dalle prime battute l’ipotesi di aver chiesto o imposto assunzioni, tanto da rassegnare dimissioni poi rigettate dalla giunta di Palazzo San Giacomo. Eppure, è facile capire che la Procura punti anche ad accertare il ruolo dell’Asia nell’incastro tra Enerambiente e coop di lavoratori: pur essendoci il blocco delle assunzioni, l’attività della cooperativa sarebbe stata resa possibile grazie «al silenzio della stazione appaltante, a conoscenza della presenza delle cooperative». Quanto basta ad acquisire atti e a incrociare tasselli di una storia in cui si comincia a parlare di cifre tonde, ma anche di clientele e appalti gonfiati a dismisura per favorire giri di mazzette.

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