Operazione cave via al censimento della Provincia

Cesaro presenta il piano in consiglio e i comitati protestano con le polpette
2 marzo 2011 - Enrica Procaccini
Fonte: Il Mattino

Pronta la bozza del piano d'ambito provinciale per la gestione ordinaria dei rifiuti. Un piano in base al quale la filiera si apre e si chiude all'interno del territorio provinciale, ma che, nell'immediato, necessita di soluzioni-tampone fuori provincia. Il documento è stato presentato ieri dal presidente Luigi Cesaro a tutte le forze politiche nel corso di una movimentata seduta dell'assise di Santa Maria La Nova. Una giornata iniziata con la coreografica provocazione dei comitati antidiscariche, a base di polpette e Tic-Tac, continuata con la bagarre dei cittadini ammessi in aula, ai quali non è stata data la parola («non è previsto dal regolamento», precisa il presidente del consiglio Luigi Rispoli), la protesta dei consiglieri del Pd che, solidali con i primi, hanno abbandonato l'aula e il capogruppo del Pdl, Francesco De Giovanni, che ha stigmatizzato il comportamento dell'opposizione. Cesaro è tranquillo: «Siamo convinti che non si può parlare di uscita dall'emergenza se all'orizzonte non si è in grado di vedere un preciso progetto per la gestione ordinaria dei rifiuti. La Provincia questo piano ce l'ha e sta ponendo le basi per uscire fuori da un'anarchia durata oltre vent'anni». Il piano prevede l'accorpamento dei Comuni in sette distinte aree omogenee, dove saranno localizzati gli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti e saranno individuati i siti per il ricovero del materiale di ricomposizione ambientale prodotto dagli Stir. Manifestanti alla Provincia Questi siti saranno ricercati tra le cave dismesse e, come precisano i vertici dell'amministrazione provinciale, non accoglieranno rifiuti tal quale. Ma è lo stop imposto dalla rete di vincoli ambientali a preoccupare Cesaro. «Le attuali disposizioni - spiega - prevedono la provincializzazione dei rifiuti, e in tale direzione ci siamo mossi, anche se sul 97 per cento del nostro territorio esistono vincoli per cui è impossibile aprire siti per il trattamento di rifiuti di qualunque tipo. Eventuali decisioni di deprovincializzare la gestione dei rifiuti non spettano a noi, ma alla Regione». In attesa della realizzazione del piano, resta la necessità di conferire fuori provincia parte dei rifiuti prodotti. E sulla proposta di aprire una discarica fuori della provincia di Napoli avanzata a Caldoro da un cartello di intellettuali e associazioni, Cesaro chiosa: «Ritengo quanto mai giusto questo appello». Insoddisfatte le opposizioni. «Un piano futuristico - dice il capogruppo del Pd, Giuseppe Capasso - che salta a piè pari il presente e il futuro prossimo. Dove verranno portati i rifiuti da qui ai prossimi mesi?». Per Capasso, «è utile notare che già sei mesi fa il Pd promosse una richiesta di sprovincializzazione dei rifiuti, basata proprio sulle osservazioni assunte oggi dallo stesso Cesaro. Ovviamente quell'ordine del giorno fu respinto dalla maggioranza». Per il capogruppo della Federazione della sinistra, Tommaso Sodano, «la bozza del piano provinciale dei rifiuti, come quello regionale, sembrano scritti da Nerone: incenerire il più possibile e poi, mentendo, annunciare che non ci saranno più discariche. Peccato che dall'incenerimento resta il 25 per cento di ceneri tossiche, da smaltire in discariche per rifiuti speciali».

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