Cdr a rischio, i rifiuti partono con le navi

Gli arresti potrebbero frenare il piano, sessanta camion in Sardegna. E Chiaiano prepara il ricorso al Tar
28 maggio 2008 - Luigi Roano

Un’occhiata ai dati. Anche ieri per tenere Napoli pulita sono partiti sessanta camion verso la Sardegna. Un nuovo vertice convocato da Bertolaso a Palazzo Salerno per incontrare il sindaco di Terzigno, dove è prevista una discarica come a Chiaiano, poi telefonate ed incontri con il commissario ai rifiuti Gianni De Gennaro. E una certezza: la bufera giudiziaria che ha colpito il commissariato con 25 arresti preoccupa il sottosegretario che deve realizzare il piano presentato a Napoli da Berlusconi. Il rischio è che potrebbe travolgere una macchina amministrativa e politica appena messa in moto. Il timore è che finiti in carcere i dirigenti dell’area tecnica che hanno il diretto compito di interfacciarsi con gli impianti di cdr, dove paraticamente si lavora e stocca l’immondizia, il ciclo dei rifiuti si possa bloccare del tutto. Amarezza, qualche nervosismo, soprattutto difficoltà sono quelle che sta incontrando Bertolaso e l’inchiesta certo non lo agevola. A De Gennaro lo ha detto - puntualizzando laddove non fosse del tutto chiaro - che la patata bollente dei cdr tocca a lui gestirla. Perché la precisazione? Il capo della Protezione civile è stato in città fino al tardo pomeriggio, oggi probabilmente vi ritornerà. A Bertolaso replica la Iervolino sulla questione termovalorizzatore: «Abbiamo trenta giorni di tempo e ce la faremo a indicare il sito», spiega il sindaco. Napoli est resta in prima fila, in seconda battuta c’è l’area nord della città. Poi c’è la questione Chiaiano. I tencici sono entrati nella cava per fare i rilievi ma i cittadini stanno facendo ricorso al tar contro la decisione di Bertolaso. Il timore è che tornino le barricate. C’è però la nota positiva di una città pulita, non la provincia che continua a soffrire e dove ci sono sempre più cumuli in fiamme: ieri se ne sono contati 60. Chi appicca il fuoco lo fa per sfuggire ai miasmi che si levano dai cumuli, temendo rischi per la salute che invece potrebbero davvero esserci se si continua a dare fuoco ai cassonetti. Proseguono intanto i trasferimenti via mare dei rifiuti campani in Sardegna, nell’ambito del piano concordato nelle scorse settimane dal commissario straordinario De Gennaro con diverse regioni italiane. Ieri 60 camion carichi di spazzatura sono stati in fila - sotto il sole - nel porto in attesa dell’imbarco sulla nave traghetto che è partita per la Sardegna. Dove non ci dovrebbero essere manifestazioni di protesta. Tuttavia non mancano i distinguo politici: «L’arrivo della nave è la prosecuzione dell’accordo siglato il 9 gennaio scorso fra il presidente Soru e l’allora capo del governo, Romano Prodi. A questo accordo, il governo attuale si è dovuto attenere», precisa Carlo Sanjust, consigliere regionale di Forza Italia, che si dichiara fortemente contrario all’arrivo della nave dalla Campania, così come lo era nel mese di gennaio scorso in piena emergenza rifiuti. «Non è mai stato nostro interesse fagocitare le folle - sostiene Sanjust - ma continuiamo a contestare la scelta in solitario fatta a suo tempo da Soru».

 

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