«Uscire dall’emergenza rifiuti, una legge per battere le mafie»
Preziosi propone: in Comune una commissione di sicurezza
«I rifiuti possono rappresentare una straordinaria ricchezza e opportunità di sviluppo per il Sud, come avviene già nel Nord Italia. Ma è inaccettabile che possa perdurare il commissariamento in Campania. Occorre invece una legge quadro di riferimento che metta finalmente ordine e consenta di uscire dalla logica dell’emergenza. A parlare è il senatore del Pd, Enzo De Luca, vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, intervenuto ieri pomeriggio a un convegno promosso dall’Ordine degli avvocati di Avellino nell’Aula magna del Tribunale sul tema «La criminalità organizzata nello smaltimento e traffico illecito dei rifiuti». All’incontro hanno preso parte Aldo De Chiara, procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Napoli e Francesco Soviero sostituto Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. A moderare i lavori Biancamaria D’Agostino, vicepresidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati. In sala, il questore Sergio Bracco, il viceprefetto Silvana Tizzano, il comandante dei Carabinieri, Giovannio Adinolfi, il colonnello della Finanza, Mario Imparato, il sindaco di Avellino, Giuseppe Galasso. Per il senatore del Pd, primo firmatario e promotore in bicamerale di una legge quadro che punta a mettere ordine nel ciclo integrato dei rifiuti, ci sono forti ritardi «in materia di gestione integrata dei rifiuti, incentivazione della raccolta differenziata e lotta allo smaltimento illegale». «C’è una responsabilità maggiore della politica - prosegue De Luca - ma anche la società non può esimersi. La gestione dei rifiuti al Sud è in mano alle mafie mente al Nord rappresenta una grande opportunità occupazionale e di sviluppo economico e sociale. Per fare ciò è inammissibile che perduri in Campania la gestione commissariale. Il Mezzogiorno non può vivere più nell’illegalità permanente. Stop anche ai carrozzoni politici». In tutti gli interventi emerge la necessità di dover uscir fuori dall’emergenza. Per Edoardo Volino, presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Avellino, «l’Irpinia è una provincia virtuosa, la prima a partire con la provincializzazione della gestione dei rifiuti» e di Angelo Di Popolo, procuratore capo della Repubblica, ha elogiato «tali confronti, utili per costruire un concreto argine alla infiltrazioni camorristiche». «Nel settore dei rifiuti - ha affermato Aldo De Chiara - non c’è solo il problema della camorra, ma la presenza di un’organizzazione che con pezzi del ceto politico locale incidono in maniera profonda, in via diretta o indiretta». De Chiara, portando l’esempio di inchieste giudiziarie, ha auspicato il ritorno all’ordinarietà. Per il sostituto della Dda Francesco Soviero si assiste ad una commistione tra criminalità organizzata, politica, imprenditoria e mafie «legate ad una disorganizzazione mancanza di regole. Fondamentale appare nella lotta il ruolo dei collaboratori di giustizia». A lanciare l’allarme in Irpinia è invece Roberto Patscot, sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Avellino, che afferma come «la ripetizione di singoli illeciti, non gestiti dai clan, come smaltimento di rifiuti o piccole discariche illegali in Irpinia sono altrettanto devastanti se non di più, mettendo in serio pericolo il territorio». Massimo Preziosi, presidente della Camera penale irpina, ha invece avanzato due proposte: eseguire una mappatura dell’Irpinia e istituire presso il Comune capoluogo una commissione comunale di sicurezza che combatta gli illeciti ambientali. Infine, per Gerardo Di Martino, presidente dei Giovani penalisti di Avellino, i ritardi sono legati «al difficile bilanciamento tra tutela dell’ambiente e della produzione».