Via all'"eco-progetto" di Sepe test del riciclo per 100 famiglie

Il cardinale: bisogna cambiare abitudini per salvare Napoli
19 febbraio 2011 - Rosanna Borzillo
Fonte: Il Mattino

La scheda È la prima città d'Italia che aderisce al progetto. Nel segno del Giubileo, indetto dal cardinale Sepe, il 16 dicembre scorso. Venerdì 11 febbraio l'apertura simbolica di Porta San Gennaro, dedicata alla cura della vita, della salute, dell'ambiente e dell'accoglienza. Ieri sera l'adesione di cento famiglie napoletane all'«Impronta ecologica». Un progetto che le impegna per oltre un anno a stilare un diario dove annotare i propri consumi e a modificare le proprie abitudini rispetto ai consumi energetici; alla raccolta differenziata; all'utilizzo dei trasporti e alla spesa alimentare. È il cardinale Crescenzio Sepe a consegnare personalmente il mandato alle famiglie provenienti da diverse parrocchie di Napoli e provincia e da associazioni cattoliche affinché diventino «sentinelle del creato». Il progetto sarà attuato attraverso gli uffici della Chiesa napoletana per la Salvaguardia del creato e di pastorale familiare. L'iniziativa è proposta da Greenaccord, associazione culturale nazionale che promuove la salvaguardia del creato ed è sostenuta dalla Fondazione Banco di Napoli. Partner tecnico il Wwf. «Bisogna salvare Napoli dall'abbrutimento ed essere protagonisti di buone pratiche per restituire ai cittadini una città guarita. Perché rispettare l'ambiente - dice Sepe - significa rispettare l'uomo». Ma la terra - aggiunge l'arcivescovo - «va abitata con creatività e responsabilità, nella consapevolezza che ognuno non può lavorare per se stesso chiuso nel proprio io, ma deve relazionarsi con gli altri e con loro costruire e lavorare per un mondo pulito e migliore». «Andate - dice l'arcivescovo alle famiglie - e siate missionari di uno stile di vita improntato alla sobrietà, alla salvaguardia della terra e insegnate agli altri il rispetto per l'ambiente: da qui deriva la salvezza per la nostra città». «Speriamo - si augura don Tonino Palmese, direttore dell'Ufficio diocesano per la Salvaguardia del creato - che alla fine del progetto diventi una carezza per Napoli». «La città più bella e umana in cui ho lavorato - rivela il questore Santi Giuffré - ma che ha bisogno di un risveglio delle coscienze per ritrovare la forza ed il supporto delle famiglie: per combattere e sconfiggere quelle poche frange di violenza che le impediscono di risplendere come merita». Obiettivo principale dell'«Impronta ecologica» è l'assunzione da parte delle famiglie e delle parrocchie napoletane di un ruolo guida nella diffusione di stili di vita sostenibili. «Un progetto - ha detto mons. Raffaele Ponte, affiancato dal moderatore monsignor Gennaro Matino e dal vicario per la Cultura mons. Adolfo Russo - che offre una risposta concreta e cerca di instaurare a Napoli una nuova convivenza, improntata sulla corresponsabilità». E dal convegno nasce anche un altro impegno concreto da parte delle forze impegnate nel campo dell'ambiente, rappresentate dal direttore generale dell'Arpac, Antonio Episcopio, dal comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Mario Cinque, dal comandante regionale del Corpo forestale dello Stato Generale Fernando Fuschetti, dalla dirigente della Polizia provinciale Lucia Rea: tutti insieme faranno formazione, educazione e prevenzione nelle parrocchie, coordinati dalla Scuole regionale della Protezione Civile, presieduta dal generale Franco Bianco. Plaudono il presidente dell'associazione Greenaccord Alfonso Cauteruccio e il coordinatore scientifico del progetto dell'Impronta ecologica e presidente del Comitato scientifico di Greenaccord Andrea Masullo.

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