Cdr di Casalduni, arrestati i responsabili

Dal 2002 a gestire la struttura prima Moschella poi Astronomo
28 maggio 2008
Fonte: Il Mattino Benevento

I responsabili dei sei impianti Cdr attivi in Campania, dove la spazzatura avrebbe dovuto essere trasformata in ecoballe da bruciare poi nei termovalorizzatori, sono tra i destinatari delle misure restrittive eseguite ieri dai carabinieri. Le accuse per gli arrestati vanno dall’associazione per delinquere al traffico illecito di rifiuti, fino alla truffa ai danni dello Stato. Agli arresti domiciliari sono finiti anche gli ultimi due responsabili del Cdr di Casalduni: Silvio Astronomo e Pasquale Moschella. Astronomo era attualmente il responsabile dell’impianto di Casalduni, avendo sostituito in questo incarico circa due anni fa Pasquale Moschella destinato a Santa Maria Capua Vetere ed anche lui finito tra gli imputati. Destinatari di altri provvedimenti i responsabili dei Cdr di Caivano (Napoli), Andrea Orazio Monaco; di Giugliano (Napoli), Elpidio Angelino; di Pianodardine (Avellino), Alessandro Di Giacomo; di Battipaglia (Salerno), Domenico Ruggiero. Provvedimento analogo è stato notificato a Massimo Cortese, responsabile della gestione dei Cdr campani. Ai domiciliari anche Vito Fimiani, a lungo responsabile del Cdr di Giugliano. Ieri mattina la notizia chiaramente ha suscitato scalpore non solo a Casalduni, ma anche a livello istituzionale. Infatti sia Silvio Astronomo che Pasquale Moschella negli ultimi anni hanno tenuto i contatti con i vari enti locali. Giornalmente infatti erano tempestati di telefonate dai vari comuni sanniti e dalle ditte che gestiscono la raccolta dei rifiuti, per stabilire turni e possibilità di sversamento dei rifiuti presso l’impianto di Cdr. Un impianto che ieri chiaramente ha continuato a funzionare, gestito da altri responsabili. Il Cdr di Casalduni ha iniziato a funzionare nel 2002; inizialmente l’impianto era stato creato, dopo numerose polemiche, perché fosse utilizzato solo dai comuni sanniti. Ma questo periodo è stato breve, perchè ben presto i rifiuti di altri centri della Campania e in particolare del napoletano sono giunti a Casalduni. Tanto è vero che più volte i prefetti si sono visti costretti a tutelare l’Asia che gestisce la raccoltà in città, indicando delle fasce orario ben definite per lo sversamento dei suoi compattatori, questo proprio per ribadire che l’impianto era finalizzato in primo luogo a soddisfare le esigenze del Sannio. A ciò si sono aggiunte le proteste del comune di Casalduni che nonostante avesse autorizzato la costruzione dell’impianto, non ha poi ottenuto i fondi ed altre agevolazioni che erano stati promesse dal commissariato per l’emergenza rifiuti. Negli ultimi mesi il Cdr ha funzionato al servizio di tutta la regione e non vi sono state piu fasce orarie, ma solo una lentezza generalizzata, dovuta alla difficoltà di poter smaltire le ecoballe. E anche la giornata di ieri non ha fatto eccezione a questo ritmo al rallentatore.

 

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