"Più impianti e zero discariche" Ecco il dossier per fermare l'Ue

Plico di 234 pagine inviato a Bruxelles: invasi chiusi entro il 2014
18 febbraio 2011 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Ecoballe Stop alle discariche a partire dal 2014, cinque termovalorizzatori, stir trasformati in impianti di digestione anaerobica, raccolta differenziata al cinquanta per cento: sono i punti cardine della terza bozza del piano regionale per la gestione dei rifiuti solidi urbani inviato a Bruxelles dall’assessorato all’ambiente il 14 febbraio, come richiesto dal commissario Janez Potocnik. Il fascicolo si apre con un’avvertenza: «Questo documento è stato preparato dal dipartimento di scienze ambientali della Seconda università di Napoli per conto e su richiesta della Regione Campania. Allo stato attuale questo documento è una bozza, che acquisterà dignità di proposta definitiva entro il mese di marzo del 2011». Nelle successive 234 pagine si analizzano tutte le fasi del ciclo, si prospettano soluzioni alternative e si indicano quelle ritenute più appropriate. Non si fa, invece, alcun riferimento agli interventi immediati che pure sono richiesti dall’Europa. Ma probabilmente questi saranno inseriti in una fase successiva. Il piano Il piano fissa innanzitutto l’assicella per la differenziata a quota 50 per cento (la norma nazionale prevede il 65 per cento nel 2020) e propone, poi, le diverse possibilità per smaltire le 7461 tonnellate di spazzatura prodotte ogni giorno dai campani che si dimezzeranno quando si raggiungerà la meta. Ma attenzione: secondo il dipartimento di scienze ambientali attualmente solo il 15 per cento del materiale raccolto in maniera differenziata a Caserta viene effettivamente riciclato. In media in Campania il 50 per cento finisce in discarica. Bisognerà, quindi, migliorare la qualità del materiale prodotto in maniera da poterlo effettivamente riutilizzare: altrimenti anche la differenziata sarà solo uno spot. Il piano propone quindi di omogeneizzare i criteri di raccolta. Il secondo obiettivo fissato è la trasformazione dei cosiddetti stir che potranno diventare impianti di digestione anaerobica e saranno destinati a lavorare la frazione umida derivata dalla differenziata. La riconversione dovrebbe partire dagli stir di Casalduni e Santa Maria Capua Vetere per poi investire quelli di Giugliano e Pianodardine e a seguire Caivano, Battipaglia e Tufino. Nell’attuale redazione del piano non sono fissate le date che sono, invece, richieste dall’Europa. Gli impianti si affiancheranno a quelli di Salerno, San Tammaro, Giffoni, Eboli che dovrebbero tutti aprire entro l’anno. L’unica struttura già in funzione è quella di Teora. Gli stir potrebbero anche essere riconvertiti per trasformare le balle in Cdr di qualità: esattamente quello che avrebbero dovuto fare nel 2000 quando furono inaugurati. In questo modo i sette milioni di tonnellate di spazzatura impacchettata potrebbero essere smaltiti in «solo» otto anni e non nei venti previsti se fossero bruciate nell’inceneritore che dovrebbe essere realizzato a Villa Literno. E veniamo ai termovalorizzatori. Il piano sembra accogliere la proposta avanzata dal presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi, che ha chiesto di avere un proprio impianto e prevede un gassificatore che si va ad aggiungere ai quattro impianti già previsti. Non a caso il professor Umberto Arena (quello diventato involontariamente protagonista della trasmissione Report nella quale Bassolino sosteneva di non sapere nulla della sua consulenza)è uno degli estensori del piano e anche assessore alla provincia di Caserta. Tutti i termovalorizzatori bruceranno tal quale ad eccezione di quello di Acerra che probabilmente continuerà a lavorare la frazione secca in arrivo dallo stir di Chiaiano.

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