Terra dei fuochi Barra e Zurzolo al Palamaggiò

"Nessun veleno in nessuna terra" con i Mpodena City Ramblers e Jacopo Fo
16 febbraio 2011 - Stefano Prestisimone
Fonte: Il Mattino Caserta

È stata soprannominata Terra dei Fuochi. È la zona tra l’area Nord di Napoli e la provincia di Caserta in cui grandi quantità di rifiuti tossici vengono sversati quotidianamente e poi dati alle fiamme, sprigionando così quantità elevatissime di diossina. Una terra malata, distrutta da questo scempio ambientale. Per sensibilizzare l’opinione pubblica su un dramma che da anni avvelena l’area e tutti i paesi limitrofi, arriva il «Concerto d’amore per la Terra dei fuochi», ovvero musica e impegno civile, tre ore di show con ingresso gratuito al Palamaggiò di Castel Morrone il cui slogan è «Nessun veleno in nessuna terra», sul podo un volto di Pulcinella che piange. Sedici i gruppi che hanno aderito a questo concertone per l’ambiente, che andrà in scena venerdì prossimo a partire dalle 20 con la direzione artistica dell’iracheno Imad Zebala, più di cento le associazioni che aderiscono all’iniziativa. Nel cast, che potrebbe ulteriormente arricchirsi, ci sono Peppe Barra, I Modena City Ramblers, Mandu Pupu e Papa Leu dei Sud Sound System, Tony Esposito, Nando Citarella e i Tamburi del Vesuvio, Marco Zurzolo, Mamma Tammorra, gli A67, Canio Loguercio, Maria Pia De Vito, Code Alley, Capone & Bungt Bangt, Ugo Maiorano e Paranza, le Zampogne d’Altrocanto, i Batacoto tamburi brasiliani e Rete Co’Mar. L’evento viene condiviso e promosso da una rete di cittadini, cooperative e gruppi del territorio ai quali hanno aderito gratuitamente, oltre agli artisti citati, anche intellettuali, operatori, personalità del mondo della ricerca, della solidarietà e della cultura tra cui Dario Fo, padre Alex Zanotelli, il vescovo di Capua monsignor Bruno Schettino e il Vescovo emerito di Caserta Raffaele Nogaroi, l giudice Raffaele Cantone, la giornalista Rosaria Capacchione e Giulia Fossà, che condurrà il concerto. «In un giorno del luglio scorso a Santa Maria Capua Vetere c’erano fuochi ovunque, fuochi che sono soltanto uno dei modi con cui si eliminano i rifiuti tossici perché l’altro è di seppellirli nella nostra terra, avvelenandola e avvelenandoci. È stato quel giorno che è nata l’idea del concerto», ricorda Novella Vitale, curatrice dell’evento e sociologa casertana. I veleni bruciati e sommersi stanno creando danni incommensurabili: «In Campania abbiamo l’aspettativa di vita più bassa d’Italia, due anni meno della media nazionale, un dato che è crollato negli ultimi 20 anni - spiega Antonio Marfella, del direttivo di Medici per l’Ambiente - i dati Istat, infatti, dicono che se in Italia l’aspettativa di vita è in media di 83 anni, in Campania si riduce a 81, con medie più basse nelle province di Napoli e Caserta. E tutto ciò è dovuto allo sversamento dei rifiuti tossici industrali». Ad intervenire sulla questione anche Jacopo Fo, figlio del premio Nobel, molto legato a Napoli: «Il concertone è un’occasione storica per far sapere che ciò sta succedendo. In questa zona il livello della diossina è uguale se non superiore a quella di Seveso quando ci fu la nube tossica. La cosa vergognosa è che la verità viene nascosta anche dai media, ho fatto decine di denuncie su questo tremendo scempio ma finora le mie parole sono cadute nel vento».

Powered by PhPeace 2.6.4