Turbogas potenziata, è polemica
Maddaloni. Colpo di spugna sulle polemiche, le obiezioni tecniche e le frizioni politiche locali. Non ci sarà un ampliamento ma un potenziamento: «Enel Produzione» prima e Terna poi confermano che la centrale elettrica Turbogas di Maddaloni è tra gli «impianti essenziali per la gestione in sicurezza del sistema elettrico nazionale» quindi riveste un’assoluta rilevanza strategica. Dotata di «flessibilità e rapidità di risposta» (black sturt up) nei casi di improvvise «variazioni della domanda o di interruzioni di energia elettrica» (black out), non può non essere adeguata. È in gioco la tutela degli interessi nazionali. È questa, in estrema sintesi, la risposta-proposta che Enel Produzione (gestore dell’impianto) e Terna (gestore della rete elettrica nazionale) hanno fornito, e ampiamente documentato, al ministero per l’Ambiente. Ora, si discute solo su come e quando l’autorizzazione integrata ambientale (Aia) debba essere concessa. La produzione di riserva della centrale (quattro gruppi di 88 megawatt alimentati a metano) sarebbe incrementata fino ad un massimo di 500 ore annue secondo i criteri previsti dal «piano Scarioni» contro i blackout estivi. Enel Produzione, sempre in sede ministeriale, dribbla le obiezioni, mosse da Comune, Provincia e Regione già nel dicembre 2009, ossia che «l’impatto ambientale della nuova Turbogas non sarebbe compatibile con il piano della qualità dell’aria». Enel-Produzione rilancia: «L’incidenza ambientale di simili centrali è abbastanza ininfluente». E poi ancora: «Gli impianti essenziali alla sicurezza del sistema elettrico nazionale rientrano nella dispensa dall’applicazione dei limiti alle emissioni in atmosfera». La contestazione si fa aperta. «Portare a 500 ore l’utilizzo di ciascun gruppo – dice Giancarlo Liccardo (Legambiente) - significa che la Turbogas, da impianto di riserva, diventa centrale di media potenza. Si potenzia l’esistente perché adeguare l’impianto è antieconomico».