Rischia il carcere chi va all'isola ecologica

Per il conferimento dei rifiuti servirebbe un attestato ma nessuno lo rilascia
13 febbraio 2011 - Claudio Coluzzi
Fonte: Il Mattino

In cella per trasporto di rifiuti. E non perché alla guida di un tir delle Ecomafie si trasferiscono dal Nord veleni nelle campagne dei Mazzoni. No, in carcere si può finire, secondo la legge, anche se, ripulendo la soffitta o il garage, si vuole smaltire il tutto alle isole ecologiche presenti in città. Basta che si carica in auto un armadietto in ferro e plastica che ha una dimensione maggiore di 50 centimetri di altezza o di larghezza o un carico di rifiuti domestici superiori a 0,5 metri cubi (in pratica lo spazio di carico di una Panda con i sedili reclinati). La «ratio» del decreto legge 172/2008 sull’emergenza rifiuti, in vigore in Campania fino al 31 dicembre 2009 e poi riattivato il 24 gennaio scorso, è di colpire giustamente chi scarica abusivamente. Ma il problema è che non si fa distinzione per chi smaltisce regolarmente i rifiuti. Per cui un residente a Caserta che carica in auto batterie scariche, pneumatici, ma anche una semplice rete metallica per trasferirla alle tre isole ecologiche della Caserta Ambiente che raccolgono tali rifiuti, può finire in carcere. Assurdo ma vero. Perché la Caserta Ambiente e il Comune non rilasciano alcun documento per il trasporto e i carabinieri applicano la legge. Ma cosa dice la legge? Il decreto legge 172/2008 al suo articolo 6 recita: «Chiunque in modo incontrollato o presso siti non autorizzati abbandona, scarica, deposita sul suolo o nel sottosuolo o immette nelle acque superficiali o sotterranee ovvero incendia rifiuti pericolosi, speciali ovvero rifiuti ingombranti domestici e non, di volume pari ad almeno 0,5 metri cubi e con almeno due delle dimensioni di altezza, lunghezza o larghezza superiori a cinquanta centimetri, è punito con la reclusione fino a tre anni e sei mesi....» ed ancora «... chiunque effettua una attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti in mancanza dell'autorizzazione, iscrizione o comunicazione prescritte dalla normativa vigente è punito con l'arresto...». Dal combinato disposto dei due articoli si ricava che chi con l’auto piena di rifiuti domestici da via Roma, ad esempio, va all’Isola ecologica di via Cappuccini a Caserta rischia l’arresto allo stesso modo di un trafficante di droga. I carabinieri, molto sensibili ai problemi ambientali, di arresti per trasporto di rifiuti non autorizzato ne hanno fatti parecchi. Ma davvero rischia anche il cittadino per bene? «La legge - spiega il comandante della compagnia di Maddaloni, capitano Broccone - tende a colpire chi trasporta rifiuti e non ha la documentazione idonea a giustificare il luogo di smaltimento e la provenienza. Naturalmente la nostra sensibilità ci impone di distinguere i casi di illeciti dal trasporto domestico e applicare la norma con equilibrio. Finora sono stati arrestati solo pirati dell’ambiente o persone che per mestiere trasportano rifiuti senza autorizzazione e quindi si suppone li smaltiscano illegalmente». Ma la legge deve essere chiara e non affidarsi al buon senso di chi la applica per cui il problema resta. Soprattutto perché, giustamente, gli inviti a riciclare i rifiuti continuano. Ad esempio il parlamentare europeo Aldo Patriciello segnala che al vaglio dell’assemblea di cui fa parte ci sono norme che impongono a «tutti di garantire la raccolta e il riciclo di un quantità maggiore dei nostri prodotti elettrici ed elettronici ed evitare che vengano smaltiti illegalmente nei Paesi in via di sviluppo». Raccomandazione sacrosanta, ma da attuare magari senza rischiare l’arresto nel tragitto tra casa e l’isola ecologica.

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