Tempi lunghi per liberarsi dai veleni
Bonifica dell'area Lo Uttaro, al Comune di Caserta si lavora in queste ore al progetto di caratterizzazione del sito. Occorre valutare il grado di contaminazione dei suoli e delle acque che gravitano intorno all'ex impianto di trasferenza, spiegano i tecnici dell'Ente, per poter procedere con il risanamento dell'intera area che si estende per circa 220mila metri quadrati tra i comuni di Caserta, San Nicola La Strada e San Marco Evangelista. Entro la prossima settimana è previsto un primo incontro in Regione - dopo che quello di ieri era slittato per motivi organizzativi - per verificare che il piano redatto dal Comune sia conforme ai parametri dettati dall'Arpac. Ma occorreranno almeno quattro mesi prima di poter avviare concretamente sul territorio i carotaggi e le analisi a campione necessari per verificare la natura del rifiuto e la profondità raggiunta. Qui infatti sono stati depositati per anni metalli pesanti e materiale organico (quello responsabile del percolato presente nel sottosuolo) ma non si esclude la possibilità di trovare altro. Non bisogna dimenticare infatti che in questa area giacciono anche i rifiuti pericolosi (rifiuti industriali in primis) depositati a partire dagli anni Ottanta e che gli ultimi conferimenti, risalenti al 2008, rappresentano soltanto la punta di un iceberg che, si teme, possa aver raggiunto i trenta metri di profondità inquinando la falda acquifera. Le operazioni da porre in essere sul territorio saranno pertanto diverse in relazione all'estensione e alla gravità della contaminazione ma anche del tipo di materiale rinvenuto. Da qui la necessità di avviare più presto gli scavi e le trivellazioni per poter procedere alla bonifica e alla messa in sicurezza del sito con le tecniche ritenute più idonee. Tra le ipotesi più accreditate al momento c'è quella del contenimento, vale a dire la realizzazione di apposite barriere in grado di impedire la migrazione dei contaminanti nel sottosuolo e quindi il contatto con la falda acquifera. Sembrano confermate al momento le risorse economiche messe a disposizione da Stato e Regione. «Il Comune - spiega al riguardo il dirigente Carmine Sorbo - potrà contare sia sui fondi (pari a circa otto milioni e mezzo di euro) dell'Obiettivo operativo 1.2 dell'Asse 1 del Por Campania, sia sul ristoro da dieci milioni di euro annunciato lo scorso mese di ottobre dal governo e sancito da un successivo Protocollo d'intesa nell'ambito della misura sulle compensazioni ambientali». Si tratta in entrambi i casi di fondi a destinazione vincolata da utilizzare solo ed esclusivamente per le bonifiche. Stando a quanto stabilito dall'accordo quadro sulle compensazioni ambietali infatti il Comune potrà beneficiare di questi fondi a titolo di risarcimento danni per aver ospitato una discarica durante il periodo più acuto dell'emergenza rifiuti. La bonifica del sito Lo Uttaro è attesa in città da oltre quattro anni da quando fu sottoposta a sequestro dal gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere per disastro ambientale e irregolarità nella gestione della discarica. Da allora l'unico passo in avanti è stata, sei mesi fa, la rimozione dei rifiuti dal cosiddetto «panettone», un sito di stoccaggio (situato in prossimità de Lo Uttaro) nel quale erano state depositate, nell'arco di quattro anni, circa 21mila tonnellate di rifiuti urbani.