Analisi con il laser e trivelle nella cava

Chiaiano, giù le barricate: pool di tecnici al lavoro
28 maggio 2008 - Daniela de Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Sono le 7.30 quando le trivelle entrano nella cava. A scortare i tecnici dell’Arpac con i loro strumenti di lavoro, due pattuglie della Digos. Per arrivare le auto e i cingolati hanno scelto una via secondaria superando pendii scoscesi, strade sterrate, residui di barricate. Per aprire la strada è necessario abbattere due alberi che vengono disposti sul bordo della carreggiata, ma, spiega il consigliere comunale Carlo Migliaccio, non è stato un grave danno perché il bosco doveva comunque essere sfoltito. Alle 7 il gruppo di lavoro incaricato dei rilievi nella cava di Cupa del Cane si era riunita al commissariato di Scampia, in attesa di poter partire. Dopo pochi minuti arriva il via: strada sgombera, inizia la marcia verso la cava e poi si può lavorare. Con tutti gli ostacoli ormai alle spalle, alle 8 il responsabile dell’agenzia regionale, Luciano Capobianco, dà il via alle operazioni. Poco dopo arrivano tre dei cinque tecnici nominati dai sindaci della zona nord, dal presidente della municipalità, e da quello della commissione ambiente del Comune di Napoli. Franco Ortolani, Aldo Loris Rossi e Giovanni De Medici si mettono subito all’opera: aprono le piante topografiche, si consultano, osservano il terreno. «La città negli ultimi cinque anni si è quintuplicata – spiega Loris Rossi – abbiamo solo un venticinque per cento del territorio ancora libero, sacrificarlo strenne un delitto. E, d’altra parte, l’ospedale Monaldi è distante appena milleseicento metri». E un altro degli esperti, Cosimo Barbato (ieri non era presente) sostiene: «In quella cava la discarica non si può fare». Intanto iniziano i rilievi. Nella prima piazzola si faranno nei prossimi giorni perforazioni di cinquanta metri fino al substrato di tufo, nella seconda le trivelle arriveranno alla falda idrica per dare una stratigrafia dettagliata del terreno. E poi si preleveranno campioni lungo l’intera verticale e sulle pareti ci saranno rilievi con il laser-scanner per individuare eventuali fratture e lesioni che potrebbero in futuro provocare delle frane. Tra domani e dopodomani inizieranno le analisi del territorio: bisognerà vedere se ci sono tracce di inquinamento. Un lavoro che andrà avanti una ventina di giorni e che dovrebbe portare a una decisione ponderata ma definitiva sul futuro della cava indicata dal commissariato di governo per ospitare la spazzatura di Napoli. Intanto entro trentasei ore il Comune provvederà a rimuovere tutti gli ostacoli alla circolazione e, da ieri sera, la guardia forestale sorveglia l’area della cava per evitare intrusioni da parte di estranei o, peggio, atti vandalici. Tra i manifestanti, che si sono riuniti in via Cupa del Cane per assistere alle operazioni, dopo le tensioni dei giorni scorsi, il clima è disteso, ottimista: «Sappiamo di avere ragione, perciò non possiamo perdere», dicono in tanti. Quando arriva la notizia dei 25 arresti decisi dalla Procura, che in alcuni casi colpiscono ex collaboratori del sottosegretario Guido Bertolaso, c’è chi propone: «Compriamo lo champagne». Ma accettare la proposta del capo della protezione civile non è stato facile. Il momento più drammatico alle 2 della notte tra lunedì e martedì quando i manifestanti, dopo un’assemblea durata quasi otto ore, hanno deciso di contarsi. Sconfitta l’ala dura che non ne voleva sapere di smantellare la barricata alla rotonda Titanic, i ragazzi sono entrati in azione. A fotografi e cineoperatori sono stati concessi trenta secondi («trenta e non uno di più» hanno detto ) per riprendere, poi le telecamere sono state oscurate. Tolto il filo spinato, è stato necessario utilizzare la sega elettrica per separare i cassonetti incatenati l’uno all’altro. Poi sono state spostate le auto utilizzate per rafforzare lo sbarramento. E, a questo punto, è stato possibile tirare un sospiro di sollievo: nei giorni scorsi si era temuto che i serbatoi delle auto potessero esplodere. Molti sostenevano che i rivoltosi avessero preparato delle trappole per le forze dell’ordine. Un’altra voce infondata, una delle tante circolate in questi giorni difficili. Giorni che fortunatamente sono ormai superati. E domani si ricomincia a lavorare.

 

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