Asili e ospedali bloccati dai cumuli Chiaia e Vomero, scoppia la rivolta

Cittadini esasperati: "Vergogna"
Montagne di sacchetti all'embargo degli autoscafi
10 febbraio 2011 - Ciro Pellegrino
Fonte: Il Mattino

Millenovecento tonnellate di spazzatura lungo le strade, cento in meno rispetto a martedì, aperti anche di notte gli impianti di Giugliano e Tufino nella speranza di recuperare terreno. Il miglioramento cìè ma non si nota. La gente è sempre costretta a fare zig-zag tra i cumuli, a farsi largo tra i cartoni e plastica mai differenziata, a tapparsi il naso per il tanfo che emana il pattume organico. Nessuno si stupisce più ma la rabbia, quella, esplode ogni volta, identica e inutile. Via Tasso è una delle strade-simbolo dell'ex salotto buono ora ridotto ad una gimkana di monnezza. Curva che vai, cassonetto che trovi: ieri la parte alta dello stradone era stata ripulita, ma scendendo, come in un crescendo, puzza e spazzatura aumentavano in maniera esponenziale. Nello spiazzo noto ai residenti come «quello dell'orologio», il primo cumulo. Davanti al tabaccaio e al macellaio. Tutti e due si lamentano: «È almeno una settimana che non non si pulisce. Noi siamo qui dalla mattina alle sette fino alle otto di sera, quindi ci prendiamo tutto, puzza e proteste dei clienti». È una lenta discesa verso gli inferi: davanti allo «Chalet dei Bimbi», asilo privato, la titolare, Mina Corrado, è arrabbiata: «Non vediamo uno spazzino da due settimane. Abbiamo dovuto togliere noi i sacchetti davanti alle campane della differenziata. E poi, sente la puzza? Qui ci vengono i bambini. I genitori giustamente protestano e i bimbi soffrono il degrado. Abbiamo fatto molte segnalazioni, tutte inutili». Via Tasso è un succedersi di complessi residenziali. I custodi dei parchi e i portieri degli stabili si lamentano: «Ormai dobbiamo fare i guardiani dell'immondizia per evitare che i cumuli ostruiscano l'accesso ai palazzi». Tra Parco Elena e Parco Ameno cassonetti rovesciati e immondizia bruciata: la rivolta in queste ore alberga anche tra gli insospettabili professionisti. Aldo, commercialista con cane al seguito, spiega: «Non è una questione di quartieri belli o brutti. Mi vergogno per l'emergenza a Posillipo così come per quella a Ponticelli. Però quando la crisi arriva qui è segno che durerà a lungo». Di fronte, vicino alle scale di calata San Francesco, c'è un furgoncino a tre ruote intrappolato nei cumuli. Nella parte alta del Parco Comola Ricci la situazione non è drammatica, ma i cittadini avvertono: «Scendete e vedete». Si arriva davanti alla stazione Cumana di corso Vittorio Emanuele ed ecco che tornano le montagne di sacchi. Quintali di cartoni adagiati affianco alle campane della differenziata. «Si è avviata un'azione di intervento nelle aree di Chiaia e San Ferdinando» ha garantito ieri l'assessore Giacomelli. Scendendo il Corso, tutti indicano una zona in prossimità della stazione di Mergellina. Lì c'è il poliambulatorio di zona, il «Presidio sanitario intermedio». All'ingresso della struttura il cumulo di immondizia è a dir poco monumentale. È finanche reso artistico dai versi estemporanei di Antonio, operatore ecologico per professione e poeta per vocazione, uno dei tanti paradossi della città in perenne emergenza igienico-sanitaria. Sugli scatoloni sversati a terra, lo spazzino con la vocazione letteraria scrive in dialetto la sua rabbia. «Si Napoli tenesse 'a pulizia fosse a città cchiu' bella ddo' munno» dice il cartello. E invece la pulizia proprio non c'è. Se ne accorgono i passeggeri degli aliscafi che collegano la città alle isole del Golfo, appena fuori l'imbarcadero di Mergellina: il benvenuto di via Caracciolo è una striscia di sacchetti neri. Via Posillipo, piazza San Luigi e Riviera di Chiaia sono state ripulite in mattinata. Commercianti e residenti quasi si scusano dell'assenza dell'immondizia, diventata ormai consuetudine. E ammoniscono: «Dovevate venire ieri. Però se passate domani, sicuramente la trovate».

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