Asìa, danni durante gli scontri chiesti 4 milioni di risarcimento

L'azienda presenta il conto a Regione e Protezione Civile
nella lista ance gli straordinari
8 febbraio 2011 - d.d.c.
Fonte: Il Mattino

Il trend I conti non tornano e l'Asia mette in ordine le cifre per chiedere un risarcimento alla Protezione Civile, alla Regione e alla Provincia. «Finora abbiamo calcolato un danno che si aggira intono ai quattro milioni di euro – spiega Daniele Fortini, amministratore delegato della partecipata del Comune di Napoli – abbiamo subito dei danni ingenti quando, nonostante gli scontri, ci hanno fatto conferire a Terzigno. E poici sono le spese per il fitto dei mezzi, per gli straordinari e i notturni da pagare ai nostri dipendenti». In questi giorni all'Asia si stanno conteggiando le spese e verificando a chi attribuire ognuna di esse. D'altra parte un po' tutti i Comuni si trovano a fronteggiare uscite extra: solo per gli straordinari dovuti ai dipendenti rimasti in coda davanti agli stir secondo i primi calcoli è già stato sprecato finora un milione di euro. Ma non saranno certo solo i Comuni a dover fare i conti. Questa ennesima crisi ci sta costando cara, molto cara. Partiamo da un dato: la tariffa di conferimento per la provincia di Napoli è di 102 euro. Quella di Caserta è di 140 euro: quindi per ogni tonnellata che finisce a San Tammaro o a Santa Maria Capua Vetere si spendono 38 euro in più. Se, invece, si punta sugli impianti di Benevento si spendono 120 euro, quindi 18 euro in più. Più economico il viaggio della speranza alla volta di Avellino dove bastano 109 euro a tonnellata. E poi, naturalmente, bisogna pagare i trasporti ai quali provvedono la Provincia e la Protezione civile. Non è finita. Gli impianti di tritovagliatura sono ovviamente solo una tappa intermedia: una volta separato il secco dall'umido bisogna portare le due frazioni in discarica (l'umido) o al termovalorizzatore (il secco). E a questo punto i trasferimenti diventano più lunghi e quindi più costosi. Una parte del materiale prodotto viene smaltito dal consorzio Cite che ha vinto la gara con la struttura stralcio e che lo trasferisce in Puglia. In questo caso si spendono circa 130 euro ai quali bisogna aggiungere le compensazioni ambientali pattuite tra il Governo e la Regione Puglia. Anche queste, a quanto pare, saranno a carico della Protezione Civile: il generale Morelli, che era a capo della struttura stralcio, aveva fatto sapere che si sarebbe attenuto a quanto stabilito dalla gara. Ma ora il generale non c'è più perché non è stata ritenuta necessaria la proroga di sei mesi che la legge rendeva possibile, e il dipartimento guidato da Franco Gabrielli potrebbe decidere di affrontare il surplus. La Provincia, dal canto suo, sta provvedendo a trasferire parte della Fut che intasa gli impianti di sua competenza (Giugliano e Tufino) in altre regioni italiane spendendo anche intorno ai 170 euro a tonnellata. In giro per l'Italia pure tutte le balle che non si possono bruciare nel termovalorizzatore di Acerra: l'impianto attualmente funziona su due linee e riesce a ingoiare poco più di mille tonnellate al giorno. La spesa per questi trasferimenti supera abbondantemente i 150 euro. Infine c'è chi punta sull'estero: la A2A ha chiuso un contratto con la società di intermediazione Markab che trasferirà la frazione umida in Andalusia. E paradossalmente risparmierà. In quel caso basteranno 120 euro a tonnellata. Chi pagherà per l'ennesima emergenza? Alla fine ovviamente i cittadini: la Tarsu minaccia di salire alle stelle. Ma chi accetterà di ospitare una discarica potrebbe essere esonerato dalle spese extra.

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