Percolato, intercettazioni choc "Napoli come il quarto mondo"

Parla Macsazzini, l'uomo del ministero. Restano in cella De Biasio e Schiavone
8 febbraio 2011 - Leandro Del Gaudio
Fonte: Il Mattino

Parla di «fos» (di frazione organica stabilizzata dei rifiuti), parla della discarica di Terzigno, della puzza «dannata» che produce, poi alla fine sbotta al telefono: «Terzo mondo, ma il terzo mondo è abituato, qua sono schizzinosi, anche se sono terzo mondo, capisci...». Ancora riferimenti alla spazzatura, al trasporto di rifiuti, poi il nostro uomo ritorna a fotografare la realtà di Napoli, della maleodorante discarica di Terzigno, dello scenario locale, tra Napoli e la provincia vesuviana: «Terzo mondo? Qui sono quarto mondo... più gliela porti, più diventano raffinati e spendono». Intercettazioni imbarazzanti, parole pronunciate dall’ex direttore generale dell’Ambiente Gianfranco Mascazzini, uno degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sul traffico illecito di percolato, quella per intenderci del disastro ambientale provocato dallo sversamento di liquidi non depurati nelle acque del Golfo. Parole depositate agli atti di un’inchiesta che esce rafforzata dal giro di boa degli interrogatori di garanzia, che sembrano aver confermato il quadro delle accuse: è infatti di ieri il provvedimento di rigetto adottato dal gip collegiale (Francesco Chiaromonte, Bruno D’Urso, Luigi Giordano) per la seconda tranche di indagati coinvolti nella vicenda del percolato. Restano dunque in cella Claudio De Biasio, responsabile dell’area tecnico operativa del commissariato per l’emergenza rifiuti in Campania; ma anche Generoso Schiavone, responsabile del ciclo integrato di depurazione delle acque, e gli altri soggetti che avevano presentato un’istanza di revoca della misura restrittiva adottata dodici giorni fa. Cambia invece la veste di Antonio Recano, funzionario addetto al commissariato per le bonifiche e le acque, che lascia la cella ottenendo il beneficio degli arresti domiciliari. Inchiesta condotta dal pool Ecologia del procuratore aggiunto Aldo De Chiara, indagano i pm Giuseppe Noviello, Paolo Sirleo, Pasquale Ucci, al termine delle indagini condotte dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza. Interrogatori di garanzia, riscontri incrociati, nuovi depositi di atti. Ed è una delle ultime mosse investigative che coincide proprio con la telefonata fatta da Mascazzini, che discute con un ingegnere proprio sulla gestione dei rifiuti solidi urbani, ma anche sulle condizioni della discarica di Terzigno (quella degli scontri dello scorso autunno, di fronte all’ipotesi di una riapertura), sull’atteggiamento assunto da popolazioni locali e da esponenti del mondo istituzionale locale. Battute che non passano inosservate da parte del dirigente del ministero dell’Ambiente, almeno a rileggere la sequenza captata il quattro giugno del 2007: «Ma sai, là... il terzo mondo è abituato, qua sono ”schizzinosi” anche se sono terzo mondo, capisci...». Immediata la replica dell’interlocutore: «Ehh, certo, quando gliela porti te sono schizzinosi, se... se la bruciano sotto casa no, ma se gliela porti te sono schizzinosi». Poi la chiosa di Mascazzini: «Qui sono quarto mondo... più gliela porti, più diventano raffinati e spendono». Perché depositare solo ora quest’ultima intercettazione che riguarda il ruolo di Mascazzini? Basta rileggere il commento degli uomini della polizia giudiziaria per intendere il valore assegnato dall’ex numero uno del ministero dell’Ambiente. Pur non parlando di percolato, ma di gestione di discariche, fos o rifiuti solidi urbani, queste frasi servono - agli occhi di chi indaga - a mettere a fuoco la «sensibilità» di Mascazzini nei confronti delle emergenze ambientali che hanno attraversato regione e, in particolare, provincia napoletana. Ecco quanto emerge nell’informativa di pg, oggi agli atti del provvedimento adottato dai gip: proprio Mascazzini, chiamato a tutelare la popolazione campana e il suo territorio, ne mostra una considerazione a dir poco spregevole. Sarà ovviamente il prosieguo dell’inchiesta a mettere a fuoco condotta e responsabilità dell’ex numero uno dell’Ambiente, specie in una vicenda che ha a che vedere con la gestione del percolato. Traffico illecito dei rifiuti, alcune ipotesi di falso, disastro ambientale. Chiara l’impostazione accusatoria: per anni, più o meno dal 2006 al 2009, il percolato, cioé l’essenza delle discariche, sarebbe stata gestita senza un reale intervento di depurazione. Dalle discariche a mare, passando semmai per impianti che funzionavano poco o male, come emergerebbe da criticità note a tutti, servite comunque a poco a interrompere il flusso di percolato verso le nostre coste.

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