Primo arresto per sversamento di rifiuti speciali

Sorpreso a Poggioreale mentre scaricava il camion
Tornano i cumuli a Chiaia
5 febbraio 2011 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Primo arresto in città per sversamento illegale dei rifiuti: a Poggioreale i carabinieri del nucleo radiomobile hanno arrestato un bulgaro, Curt Marian, 42 anni, già noto alle forze dell'ordine mentre a bordo di un autocarro Iveco mentre trasportava, senza autorizzazione, 9 metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi (materiale ferroso, infissi). Il veicolo è stato sequestrato, l’arrestato è in attesa di rito direttissimo. Resta, intanto praticamente inalterata la quantità di rifiuti in strada (1250 tonnellate) e la spazzatura comincia a farsi vedere anche a Chiaia. Giovedì sono state conferite complessivamente 1095 tonnellate tra la discarica di Chiaiano e gli impianti di Tufino, Giugliano e di Santa Maria Capua Vetere. Ieri la Regione ha assegnato una quota di sversamento di 1290 tonnellate, appena un po' di più, almeno sulla carta, dei rifiuti prodotti in città. E nello stir di Caivano, secondo gli uffici di Santa Lucia, sono state sversate 150 tonnellate, un passo in avanti visto che l'impianto nei giorni precedenti era restato chiuso. Intanto Enerambienteaveva tentato di bloccare i conti dell'Asia: i magistrati di Venezia li congelano, ma il tribunale civile di Napoli li sblocca. La sentenza è arrivata ieri, salvando la partecipata del Comune di Napoli da una situazione diventata difficilissima. È solo l'ultima tappa di una contesa che si trascina ormai da mesi tra l'Asia e l'azienda veneta che gestiva la raccolta in parte della città ed è stata colpita da interdittiva antimafia. La situazione era precipitata il 21 dicembre quando l'impresa del gruppo Gavioli aveva presentato un'istanza al tribunale di Venezia. L'Asia, infatti, avrebbe dovuto pagare 7 milioni per il servizio svolto, ma aveva applicato una penale di cinque milioni e mezzo per i disagi creati alla città di Napoli tra ottobre e novembre quando le interruzioni al servizio e il blocco dei mezzi che stazionavano nell'autoparco erano stati frequenti e avevano contribuito a far accumulare i rifiuti in strada. Erano i mesi della protesta di Terzigno e dell'assalto ai camion. Il 26 settembre era stato devastato anche il deposito di Enerambiente e recentemente la Digos ha accusato del raid i soci della Davideco, una cooperativa che lavorava, secondo l'ispettorato del lavoro illegalmente, per l'azienda veneta. Gli assalti ai camion si susseguivano. L'Asia, dopo la comunicazione della prefettura sui possibili condizionamenti mafiosi dell'impresa veneta, aveva rotto il contratto chiedendo, però, di continuare il servizio fino al subentro delle ditte vincitrici della gara europea. La situazione era tesissima. Tra l'altro i napoletani avevano dovuto pagare ai dipendenti un acconto su stipendio e tredicesima non versati dalla società veneta. E alla vigilia di Natale i legali di Enerambiente, che ha la sede legale a Napoli, avevano presentato ricorso a Venezia. Il tribunale gli aveva riconosciuto il diritto a riscuotere le fatture e aveva pignorato i quattro conti correnti di Asia. Immediato il ricorso della partecipata difesa dall'avvocato Paolo Emilio Pagano che aveva chiesto il trasferimento del giudizio a Napoli, ottenendolo. Ieri la sentenza e lo sblocco dei fondi che ha fatto tirare un sospiro di sollievo all'amministratore delegato, Daniele Fortini che dice: «Al di là dei giudizi sommari che troppo spesso vengono espressi questa vicenda dimostra che la capacità di questa azienda di comportarsi in maniera corretta, fronteggiare ogni sorta di aggressione e fare argine a condizionamenti anche malavitosi, è davvero molto elevata. Asia è una risorsa della città, non è un campione di efficienza e modernità, ma il suo gruppo dirigente è altamente professionale e impegnato sul terreno della legalità».

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