Stop a impianti e discariche, torna l'emergenza

Dopo un mese il piano è ancora al palo. Porte chiuse allo Stir di Caivano, mille tonnellate in strada
3 febbraio 2011 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Quasi mille tonnellate di rifiuti in strada a Napoli, impianto di Caivano bloccato, discarica di Chiaiano in esaurimento, termovalorizzatori al palo: l’emergenza è sempre più vicina. Quell’emergenza che, lo hanno ricordato i magistrati nei giorni scorsi, è sempre servita per infrangere le regole e continuare a fare affari. E mentre i rifiuti si accumulano le accuse si moltiplicano. Il Comune accusa la Regione di non mettere a disposizione i siti di smaltimento, la Regione contrattacca sostenendo che la raccolta fa acqua e che la differenziata è in alto mare. Il presidente della Provincia Cesaro sollecita il governatore Caldoro a nominare i commissari per gli impianti, dalla Regione fanno sapere che presto si procederà. Lo scontro dilaga anche in Europa dove oggi si voteranno contrapposti ordini del giorno sui rifiuti campani. Il presidente della commissione petizioni, Erminia Mazzoni, accusa i deputati progressisti di fare fronte comune con i «nemici dell’Italia» mentre dal fronte opposto Andrea Cozzolino replica sostenendo di essere riuscito a ridurre i danni. Insomma, è il caos. Ma un caos calmo. Anzi, immobile. Gli stir continuano a essere intasati dalla frazione umida e solo lentamente quello di Caivano comincia a essere svuotato. Nelle altre regioni andranno circa 300 tonnellate al giorno, ma secondo l’A2A che gestisce l’impianto, ci vorranno tra le 24 e le 48 ore per riprendere la lavorazione. Giovedì la società di intermediazione Markab dovrebbe consegnare la documentazione alla Regione per ottenere il via allo sversamento nella discarica di Verinsur in Andalusia. Il costo: 120 euro a tonnellata, circa 4 milioni per le 30 mila tonnellate accumulate negli anni dell’emergenza. A pagare dovrebbe essere la protezione civile anche se il viaggio della monnezza nasce da un contratto tra privati. Nella discarica di Chiaiano, intanto, la collina della spazzatura è sempre più alta, i compattatori fanno sempre più fatica a scalarla e gli sversamenti del Comune di Napoli diventano sempre più esigui. I dati forniti dal Comune mostrano che dal 25 gennaio solo in una giornata, il 29, sono state sversate 644 tonnellate, in tutti gli altri giorni si è girato intorno alle 500 tonnellate arrivando a 387 lunedì, 459 martedì e 339 mercoledì. E probabilmente andrà sempre peggio: secondo la Provincia la discarica dovrebbe esaurirsi ad aprile, dopo di allora si potrà solo sversare qualcosa di tanto in tanto per «rifilare» la collina prima di cominciare a coprirla per trasformarla in un parco. Difficilmente la Provincia riuscirà ad aprire le nuove discariche comprensoriali prima della chiusura del sito. Nei prossimi giorni è previsto l’incontro con gli amministratori del nolano che contestano la decisione di crearne una nella loro zona mentre sull’ipotesi di organizzare uno sversatorio a Quarto è arrivato il pollice verso della sovrintendenza. Per non parlare del termovalorizzatore di Napoli est: le procedure che avrebbero dovuto accellerare la gara per il momento la stanno solo rallentando, visto che non si sa più nemmeno chi dovrebbe organizzarla. Prima del varo della nuova norma, era stato raggiunto un accordo tra Comune e Provincia per mettere in campo un bando internazionale e assegnare l’opera con la formula del progetto di finanza. In questo modo parte dei ricavi sarebbero andati alla società di gestione e parte agli enti locali. Ora tutto è tornato in discussione. Anche perché dalla Provincia di Napoli non è ancora stato trasferito alla Regione il piano degli impianti, mentre sono arrivati quelli di tutti gli altri capoluoghi.

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