Il racconto del custode giudiziario degli impianti

Quattro mesi fa l'ultimo tentativo per sversare in un depuratore

30 gennaio 2011 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Mentre i magistrati erano già da tempo al lavoro sull'inchiesta che ieri è sfociata in 14 arresti, c'era chi continuava a chiedere di buttare il percolato nei depuratori gestiti da Hydrogest (90% Termomeccanica e 10% Giustino Costruzioni). Ovvero, a fare esattamente quello che la Procura contesta agli arrestati ed agli indagati di venerdì. E' un retroscena davvero stupefacente, quello che rivela Paolo Massarotti, docente universitario alla facoltà di Ingegneria della Federico II. Da aprile 2010, su delega della Procura di Santa Maria Capua Vetere, che lo scorso anno ha condotto una inchiesta molto significativa sul disastro ambientale dei Regi Lagni, Mas-sarotti è il custode giudiziario di tre impianti: Foce Regi Lagni, Napoli Nord, Marcianise. «Anche a me — dice — qualche mese fa, è arrivata una richiesta di aprire alle autobotti cariche di percolato. Risposi che non era proprio il caso, perché gli impianti faticavano già a depurare le acque di fogna. Non insistettero e la cosa finì lì». Non rivela ulteriori particolari, il docente. Fornisce, invece, dettagli riguardo alla situazione attuale dei depuratori. Tutt'altro che buona, ovviamente. Meno drammatica, però, rispetto ad un anno fa. Insomma, la prossima estate il mare di Licola e del litorale casertano potrebbe essere un pò meno sporco che in passato. Premette Massarotti: «II 28 settembre 2010 la Regione ha risolto la convenzione con Hydrogest».
Epilogo di un rapporto controverso, intessuto di accuse reciproche. La società reclama un credito di decine di milioni di euro perché, sostiene, non avrebbe incassato per anni il canone di depurazione da parte dei Comuni. Palazzo Santa Lucia, soprattutto durante la gestione dell'assessore all'Ambiente Walter Ganapini, ha più volte contestato al gruppo Termomeccanica - Giustino il mancato rispetto dell'impegno di manutenere, riparare e potenziare i depuratori ad esso affidati. «Il 30 settembre — prosegue il custode giudiziario — Regione e Hydrogest hanno concordato che la società restasse nei depuratori il tempo necessario a concludere la rifunzionalizzazione». Ovvero, a portare gli impianti almeno nella condizione precedente a quella in cui li hanno ereditati, sostituendo componenti obsoleti o usurati. «A metà maggio —prosegue il custode giudiziario — la Regione varerà il nuovo bando. Chi vincerà dovrà realizzare quel che Hydrogest non ha fatto. Dunque, adeguare gli impianti alle nuove normative e ai parametri più restrittivi».
In particolare, dovranno essere dotati di una linea di abbattimento dei nutrienti, dei fosfati, che svolgono un ruolo determinante nell'innescare i processi di eutrofizzazione marina.
Cosa sta accadendo, dunque, in questi giorni all'interno degli impianti? Dice il docente: «Si stanno sostituendo le vasche di ossidazione. E' fondamentale che funzionino al meglio, perchè l'ossigeno è indispensabile ad abbattere il contenuto inquinante dei liquami. A Cuma sono state rimpiazzate sette vasche su quattordici e le rimanenti sono già in linea. Anche a Foce Regi Lagni 4 nuove vasche hanno preso il posto di quelle ormai obsolete e non funzionanti. Una quinta è in lavorazione».
Contemporaneamente, procede la sostituzione delle vecchie coclee(grosse viti di archimede che servono a portare i liquami all'altezza necessaria per depurarli)con le nuove. «Questi interventi», prosegue il professore Massarotti, «sono finanziati con i 20 milioni di euro destinati dalla Regione alla finanza di progetto che fu varata nel 2004 appunto per rifunzionalizzare ed adeguare gli impianti». Entro l'estate 2011, dunque, i depuratori che sversano nei Regi Lagni e a Licola(quello di Cuma) potrebbero funzionare un pò meglio che un anno prima. Bene no, perché le opere di realizzazione di una terza linea di depurazione, per abbattere i fosfati, non sono neppure iniziate. Si sarebbero dovute concludere entro il 2010, secondo quanto prevedeva la convenzione tra Hydrogest e Regione. I lavori saranno invece realizzati da chi vincerà il nuovo bando. Sul tappeto resta inoltre la questione dei collettori. «La convenzione tra Regione e Hydrogest , rivela ancora Massarotti,«stabiliva che la società dovesse realizzare anche la canalizzazione ai depuratori delle fogne dei paesi che ancora sversano direttamente nei lagni le acque nere. Casapesenna, Casal di Principe e San Cipriano, per esempio. La società ha realizzato solo i progetti. La regione dovrà affidare i lavori ad altre ditte». La costruzione di tutti i collettori richiederà investimenti per 15 milioni da parte della Regione e non è ancora iniziata.

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