Rifiuti, dossier segreto: "Sprechi come in Irpinia"

Nel verbale della commissione i rapporti con i clan e il ruolo di Impregeco e Orsi. Nel 2007 la politica già sapeva
2 febbraio 2011 - Rosaria Capacchione
Fonte: Il Mattino

Trentuno pagine, intestazione compresa. È, nero su bianco, il resoconto stenografico di due ore e dieci minuti di audizione segreta a San Macuto, sede della commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti: dalle 14,50 alle 17 del 24 aprile 2007, tre settimane dopo l’arresto dei fratelli Orsi e dei vertici del consorzio intercomunale Ce4. Tra gli arrestati nell’inchiesta della Dda di Napoli compariva anche il nome di Claudio De Biasio, direttore amministrativo del consorzio, congelato nel ruolo perché appena nominato da Guido Bertolaso sub commissario all’emergenza rifiuti. Ed è proprio lui, assieme ai fratelli Orsi, la ragione per la quale i commissari parlamentari hanno deciso di convocare l’allora coordinatore della Procura antimafia di Napoli, Franco Roberti. Che si presenta all’incontro accompagnato dai colleghi Raffaele Cantone e Maria Cristina Ribera. Il verbale dell’audizione non è mai stato desecretato, pur non contenendo più informazioni di carattere investigativo che andavano tutelate. Offre uno spaccato di quanto la parte politica, più che la magistratura, sapeva della gestione dei rifiuti in Campania alcuni mesi prima della drammatica emergenza della fine del 2007: vulnerabilità del sistema, coperture, frequentazioni inopportune, salvacondotti offerti proprio all’architetto De Biasio - arrestato venerdì nell’ambito dell’inchiesta sullo sversamento in mare del percolato - che pure, al momento dell’incarico conferitogli da Bertolaso, era già indagato e a conoscenza delle contestazioni che gli erano state mosse dalla Procura di Napoli. Sono i tre magistrati napoletani a parlare, a rispondere alle domande, a fornire tutti i chiarimenti richiesti e sollecitati. Anche sul ruolo di Donato Ceglie, pm a Santa Maria Capua Vetere, indicato dall’allora ministro all’ambiente Alfonso Pecoraro Scanio quale «sponsor» di De Biasio. Segnalazione confermata da Corrado Catenacci nel corso di un interrogatorio in Procura a Roma. Sprechi, consapevolezza dell’incancrenimento del problema rifiuti, incapacità politica di risolverlo. Uno sfacelo, lo definisce Franco Roberti paragonando l’emergenza rifiuti al dopoterremoto in Irpinia: «Io credo che l’emergenza rifiuti, se vogliamo parlare di emergenza, durerà fino a quando durerà la criminalità organizzata che si chiama camorra. Sono, infatti, gli interessi criminali, sono le collusioni con esponenti politici e con esponenti dell’imprenditoria che generano il potere della camorra». Nel verbale c’è traccia consistente anche della vicenda Impregeco, costata all’ex sottosegretario Nicola Cosentino il rinvio a giudizio per concorso esterno nell’associazione camorristica. E c’è il riferimento a un altro filone d’indagine relativo alle attività dei fratelli Orsi, evidentemente esauritosi a causa della morte violenta di Michele Orsi, l’anno successivo: una volta usciti da consorzio Ce4, nel 2005, avevano creato una società - la Gmc - che lavorava per un differente consorzio di bacino e nell’area di San Cipriano e Casal di Principe. È l’epoca del passaggio dei fratelli Orsi con il centrosinistra, documentato dal tesseramento nei Ds su presentazione di Angelo Brancaccio, all’epoca consigliere regionale e oggi, passato con l’Udeur dopo l’arresto, di nuovo sindaco a Orta di Atella.

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