«Al Nord mi chiedono: come siete finiti in questa fogna?»
"Dovunque il commento è lo stesso inspiegabile rovina di luoghi bellissimi"
Da anni frequenta Ischia, è talmente legato all’isola verde da essere residente a Lacco Ameno. Ma un mare così sporco non lo aveva mai visto, nelle ultime tre-quattro estati. «Dopo aver letto dell’ultima inchiesta sul percolato, capisco il perché: io e i miei bambini abbiamo fatto il bagno in una fogna. Speriamo di aver toccato il fondo» dice amaro Gino Rivieccio, attore che in passato ha portato persino nei suoi spettacoli comici l’emergenza rifiuti.
Qual è stata la sua reazione all’inchiesta sullo smaltimento del percolato in mare? «È una storia molto sporca, è il caso di dirlo. Aspettando gli esiti dell’inchiesta e senza fare processi, è inquietante scoprire che si gioca sulla pelle della gente. Da tempo vedevo che il mare era sporco dovunque andassi: a Ischia, in costiera e persino a Capri. Quando domandavo agli operatori del settore il perché di quei liquami, le risposte erano sempre due: o non funzionava il depuratore di Cuma o era colpa delle correnti. Oggi scopriamo la verità».
Qualche giorno fa era in Lombardia con il suo spettacolo. Cosa dicono al Nord dell’ennesima inchiesta che tocca Napoli? «Sempre la stessa cosa: come fa una città così bella a non risolvere mai i propri problemi? Questo è il momento più brutto dell’emergenza rifiuti, insieme al percolato stiamo buttando a mare anche il futuro. È il Medioevo della Campania: come ha detto il cardinale Sepe, ”è una terra senza né pane né speranza”».
Una pubblicità negativa che fa a pugni con i successi del Napoli, di cui lei è tifosissimo. «C’è un contrasto enorme tra una politica che fa malissimo il suo lavoro e una squadra spettacolare. Non me ne vogliano i tifosi azzurri, ma oggi preferirei una città da scudetto e un Napoli da centroclassifica. Vorrei un Cavani, un Lavezzi, un Mazzarri nei palazzi della politica: e invece ci accontentiamo di quello che passa il convento. Ma è un convento che scegliamo noi».
Pensa che si troverà presto una soluzione all’emergenza ambientale? «Finora ci sono stati solo pannicelli caldi e aspirine, senza un programma. La società civile si dovrebbe fare un esame di coscienza, su chi ha mandato nei palazzi del potere. Ma o è distratta o gli sta bene certa gente. Che in questa melma, o percolato, ci sguazza. Per non parlare di Terzigno».
Un’altra brutta pagina nel capitolo rifiuti. «Forse pensavano che Terzigno fosse un calciatore brasiliano come Robinho o Ronaldinho: ma non c’è niente da scherzare, visto che è una bomba ecologica. E invece qui si continua a giocare con il fuoco. Prima i prodotti alimentari taroccati, poi l’emergenza rifiuti, ora il mare avvelenato: da napoletano, da campano sono stanco di chi scherza con la nostra salute». «Come liberarsi dai rifiuti? Buttandoli in mare». Sembra una battuta, ma è - più o meno - il testo di un’intercettazione. «Io butterei a mare chi ci ha rovinato. Liberiamoci di altri tipi di rifiuti, di chi ci fa andare con la vergogna in faccia. E, visto che si parla tanto di differenziata, mi raccomando: non ricicliamoli».