Ponte Assemblea pubblica dell’associazione «Ponte e Dintorni» e del Movimento difesa del cittadino

Depurazione, scatta il ricorso al Comune

Nel mirino la quota inserita sulle bollette dell'acqua di cui viene chiesto il rimborso
30 gennaio 2011 - Michele Di Maina
Fonte: Il Mattino Benevento

Ponte. «La depurazione che non c'è» non deve essere pagata dagli utenti pontesi, che hanno diritto ai rimborsi dovuti. L’invito bonario a fornire informazioni ed a restituire la quota tariffaria riferita al servizio di depurazione ed indebitamente richiesta all’utenza locale, è stato formalizzato al Comune di Ponte ed alla società Gesesa affidataria del servizio di gestione, «che dovranno rispondere a tale istanza entro e non oltre sabato 5 marzo 2011, e comunque entro e non oltre domenica 24 aprile 2011, data ultima per evitare la vertenza legale». L’annuncio, con in evidenza le condizioni e le procedure per eventuali rimborsi, al convegno-dibattito organizzato dal Movimento per la difesa del cittadino (Mdc) e dall’associazione «Ponte e Dintorni». Questa iniziativa si è svolta nella sede del circolo pontese del Partito Democratico. Hanno relazionato il segretario nazionale e presidente provinciale Mdc Francesco Luongo, il presidente di «Ponte e Dintorni» Michele Fusco ed il referente dell’associazione per la questione idrica pontese Giacomo De Angelis. Il documento-invito è stato formalizzato ai destinatari dalla fiduciaria Mdc per il territorio pontese Vincenza Stefanucci. Tra le richieste inoltrate al Comune di Ponte ed alla Gesesa: «È funzionante il depuratore? In caso di risposta affermativa, da quanto tempo? In quali eventuali periodi non ha funzionato? Quali sono le zone (strade) e/o la fascia di utenza del paese servite da esso?». Comunque, «deve essere emesso un provvedimento in autotutela, per lo sgravio dell’importo di cui alla voce depurazione, essendo non dovuto, e devono essere restituite all’utenza priva di tale servizio le somme indebitamente percepite con i relativi interessi». L’ente municipale è obbligato a restituire ad ogni singolo richiedente avente diritto, entro il termine di 5 anni dal 1 ottobre 2009, quanto indebitamente percepito a titolo di depurazione a partire dallo stesso giorno menzionato. Ecco perché devono essere resi noti lo stato e la funzionalità del depuratore: «È ritenuto in fatto ed in diritto che tale imposizione di tariffa non è dovuta nei casi di assenza del servizio, in riferimento alle nuove disposizioni normative ed alle sentenze legislative in materia».

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