Rifiuti, si riapre il fascicolo sui terreni dei clan

Indaga la commissione ecomafie. Al vaglio centinaia di audizioni, saranno ascoltati i pentiti
28 gennaio 2011 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Commissione ecomafie: si torna a scavare nei rapporti tra gli uomini di Zagaria e le scelte dei commissariati ai rifiuti che si sono succeduti negli ultimi anni. Il presidente Pecorella, infatti, ha annunciato di essere pronto a ripercorrere le audizioni clou delle passate commissioni per riesaminarle alla luce degli elementi emersi nelle ultime settimane ascoltando sui punti che riterrà più interessanti anche i collaboratori di giustizia. Quelle emerse nel corso delle centinaia di audizioni della ecomafie sono vicende inquietanti che sono ora al centro dell'attenzione della procura antimafia. Contratti, passaggi di mano, compravendite sospette, ma non solo. Come ha ricostruito nei giorni scorsi in un'intervista al Mattino l'onorevole Paolo Russo (che ha presieduto la commissione fino ai primi mesi del 2006) in dodici casi i terreni sui quali dovevano essere stoccate le balle o aperte le discariche erano state acquistate da persone vicine alle mafie: lo spiegarono ai commissari i magistrati Trapuzzano e Fragliasso che stavano conducendo le indagini. Un argomento, quello delle compravendite sospette, di cui parlarono anche alla commissione successiva (presidente Roberto Barbieri) nell'audizione del 24 aprile i pm Raffaele Cantone, Alessandro Milita, Cristina Ribera accompagnati dall'allora coordinatore della Dda, Franco Roberti. L'audizione non è mai stata resa pubblica, ma di certo si è discusso del possibile sponsor di De Biasio, che Bertolaso aveva scelto come collaboratore e che poi è risultato implicato nell'affare Ce4, quello che ha visto coinvolti i fratelli Sergio e Michele Orsi che il primo giugno del 2008 sarà ucciso dal gruppo di fuoco di Giuseppe Setola. L'audizione, come dicevamo, fu secretata, ma è l'unica di cui si trova traccia nella relazione finale della commissione sulla situazione campana. A pagina sette, infatti, si legge: «Va osservato che un ciclo dei rifiuti che si fonda esclusivamente sulle discariche vive e si alimenta anche grazie al reperimento di siti provvisori e abusivi e alla disponibilità di un servizio di trasporti ”informale”, modalità che determinano una fortissima presenza della criminalità di stampo mafioso: non può dunque destare meraviglia che, secondo quanto denunciato dai magistrati della direzione distrettuale antimafia di Napoli durante l'audizione davanti alla commissione dello scorso 24 aprile, la camorra è ormai un soggetto significativamente presente nella gestione del ciclo dei rifiuti in Campania».

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