Via al monitoraggio del mare già operativo il Protocollo

L'intesa sottoscritta alla presenza di tre ministri consente di avviare la prima iniziativa coordinata
27 gennaio 2011 - c.col.
Fonte: Il Mattino Caserta

Un monitoraggio esteso e completo delle condizioni di salute e delle fonti di inquinamento del mare e del tratto di costa del litorale domiziano. Perte subito la fase operativa del Protocollo per l’Ambiente, fortemente voluto dalla Procuratore di Santa Maria Capua Vetere, Corrado Lembo, e sottoscritto ieri in prefettura alla presenza dei ministri dell’Interno Maroni, della Giustizia Alfano e dell’Ambiente Prestigiacomo. Nel monitoraggio del mare sono impegnate la Capitaneria di Porto di Napoli, l’Arpac e il Corpo Forestale, coordinati dalla prefettura di Caserta e dalla Procura. Inoltre anche la Regione Campania e la Provincia di Caserta hanno manifestato l’intenzione di aderire al Protocollo per cui è molto probabile che le firme dei presidenti Zinzi e Caldoro saranno aggiunte a quelle degli attuali sottoscrittori. L'azione di tutte le parti firmatarie è finalizzata, tra l'altro, ad una attività di mappatura dei rischi e delle criticità ambientali della provincia di Caserta. Per radiografare la salute dell’ambiente si farà ricorso ai mezzi più moderni come ad esempio tele-rilevamenti, geo-rilevamenti, magneto-rilevamenti, carotaggi, campionature di matrici ambientali, acquisizione di documentazione scientifica, parlamentare e giudiziaria, documentazione ricognitiva dei fenomeni oggetto di indagine. La mappa ambientale sarà gestita da un Tavolo di coordinamento permanente presieduto dal Prefetto di Caserta, che costituisce la Cabina di regia del Protocollo, che si riunisce ogni qualvolta ritenuto necessario e, in particolare, quando richiesto dalla Procura della Repubblica di S. Maria Capua Vetere, che vi partecipa con un proprio rappresentante. Al Tavolo partecipano altresì tutte le altre parti sottoscrittrici. La prima riunione di tale organismo operativo si svolgerà entro trenta giorni. È chiaro che il Protocollo per l’Ambiente di Caserta costituisce un’iniziativa sperimentale nel suo genere e avrà bisogno di un periodo di rodaggio ma certamente porterà a dei vantaggi almeno per quanto riguarda due aspetti dei problemi ambientali che finora non entravano in contatto. Procura e prefettura potranno ossia verificare, nel corso del loro svolgimento, gli interventi di bonifica e tutela del territorio e della salute pubblica e non essere costrette ad intervenire (come è accaduto finora) in caso di inchieste penali o irregolarità amministrativa. Quando ossia il danno era già fatto. Non è certo un caso che nel testo del protcollo si dice testualmente che «la Procura della Repubblica assume in via esclusiva la direzione delle indagini se dai rilievi e dagli accertamenti di cui sopra emergono ipotesi di reato. A partire da tale momento le ulteriori eventuali indagini tecniche necessarie ai fini delle determinazioni inerenti all'esercizio dell'azione penale verranno svolte con il ricorso a consulenti; per le attività di rilevamento, telerilevamento e ogni altra indagine tecnica necessaria alla acquisizione dei dati e alla redazione della mappa tematica geo-referenziale dei rischi ambientali gli enti sottoscrittori si impegnano ad impiegare i mezzi necessari e ad avvalersi delle migliori tecniche esistenti». Ma con il protocollo si stabiliscono anche regole per evitare sovrapposizioni e duplicazioni di attività di indagine da parte dei vari corpi di polizia: «di regola, il compimento delle attività investigative finalizzate all'accertamento ed all'approfondimento di eventuali notizie di reato sarà delegato dalla Procura della Repubblica di S. Maria Capua Vetere all'organismo di polizia giudiziaria che per primo ha fornito una compiuta ricognizione della notizia medesima con l'indicazione delle relative fonti di prova, salva la facoltà del Procuratore della Repubblica di disporre la codelega - o la delega esclusiva - delle indagini necessarie per le determinazioni inerenti l'esercizio dell' azione penale e per l'approfondimento di taluni temi di indagine o filoni investigativi». Infine il Protocollo darà la possibilità di creare un’unica banca dati con la mappatura ambientale e reati individuati da cui «tutti gli enti sottoscrittori potranno liberamente attingere, per finaìità di studio, di ricerca e di indagine fatta salva la tutela del segreto investigativo».

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