Affaire rifiuti tossici spunta il patto con la mafia cinese
Caserta. Le nuove vie dei rifiuti, anche tossici, da smaltire portano in Estremo Oriente. Nuovi clan, non solo della provincia casertana, si affacciano a fiutare l’affare, con l’aiuto di gruppi malavitosi cinesi. E lo conferma un’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere, coordinata dal pm Donato Ceglie e seguita con attenzione dal procuratore capo Corrado Lembo. Non molto tempo fa, un sequestro di container in partenza dal porto di Napoli ha confermato i primi sospetti degli inquirenti: navi, cariche di rifiuti, si dirigono periodicamente dalla Campania verso la Cina, l’India o il Pakistan. Spiega un inquirente: «Dopo i viaggi nord-sud, ecco quelli sud-centro nord o est». Saturo il territorio campano, super vigilata la provincia di Caserta, ecco le nuove destinazioni per i rifiuti da smaltire a prezzi concorrenziali. Nei carichi in partenza c’è materiale riciclabile, che ai nuovi gruppi malavitosi offre opportunità doppie di guadagno: in Cina alcune imprese hanno bisogno di materie prime da riutilizzare e i rifiuti campani le contengono. Da qui più guadagni: denaro da chi deve smaltire, ma anche dai cinesi. L’inchiesta segue anche un filone da approfondire, con aspetti inquietanti: la plastica da riciclare verrebbe poi convertita in pannolini e altri prodotti cinesi per bambini