Maroni, Alfano e Prestigiacomo firmano il protocollo per l'ambiente
Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, insieme al ministro della Giustizia, Angelino Alfano e dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, oggi alle 11 saranno in prefettura a Caserta per partecipare alla riunione tecnica di coordinamento delle forze di polizia delle province di Napoli e Caserta. Al termine, verrà sottoscritto il «Protocollo organizzativo di salvaguardia ambientale della provincia di Caserta» alla presenza della stampa. Molteplici i risvolti positivi dell’intesa. In virtù del protocollo verranno utilizzati speciali aerei della Guardia di Finanza e strumentazioni dell’Istituto nazionale di Geofisica per scoprire, con il telerilevamento aereo e terrestre, cosa è stato smaltito illegalmente, ad esempio, in 300 cave dismesse. Il protocollo d’intesa, unico in Europa, coordinerà l’azione della Procura di Santa Maria, della Prefettura di Caserta, dell’Istituto nazionale di geofisica, del Noe dei carabinieri, di Polizia di Stato, Corpo Forestale e Asl di Caserta. Questa volta, inoltre, il pool di magistrati coordinato dal Procuratore Corrado Lembo può contare su uno strumento «eccezionale», una sorta di aereo-spia in dotazione alla Guardia di finanza in grado di effettuare telerilevamenti e analizzare la composizione chimica del terreno. Scoprire piombo, ferro o arsenico è diventata questione assai più semplice che scavare e analizzare. Oggi basta un clic dal cielo e addio ai carotaggi. Già nel gennaio scorso il Procuratore Lembo aveva chiarito il senso dell’iniziativa: «Il monitoraggio è una cosa scientifica, ha scopi di studio. Il nostro obiettivo, invece, è l’accertamento penale, non la semplice fotografia di una situazione. Ecco, chiamiamola piuttosto indagine di scenario». Con tanto di ipotesi di reato, ossia come minimo disastro ambientale. «Una Procura si deve occupare sì dei fatti, - ha spiegato il Procuratore - ma quando questi fatti si presentano ciclicamente con una valenza diffusa e invasiva, allora in quei casi ci si deve occupare del fenomeno il che vuol dire avviare un’indagine ampia per tutelare la salute pubblica perchè c’è il sospetto che le cave dismesse siano possibili zone di deposito illegale di rifiuti». Le cave dismesse o illegali in questione sarebbero quelle in cui l’Ecomafia avrebbe smaltito ingenti quantitativi di rifiuti industriali provenienti dal nord Italia. In altri casi si tratterebbe di antiche cave di tufo (formatisi negli ultimi cento anni per l’estrazione delle pietre necessarie alle costruzioni) in cui privati senza troppi scrupoli avrebbero accettato che venissero gettato materiali vari in cambio di denaro. Senza sapere nemmeno con precisione cosa venisse occultato in prossimità delle loro abitazioni e che danni tali rifiuti potevano provocare per l’ambiente e la salute. Da un censimento recente risulta che nella Regione Campania ci sono 1501 cave di cui 264 sono attive e 1237 sono abusive o abbandonate. In provincia di Caserta vi sono 409 cave inattive di cui 280 abbandonate o abusive. Ma naturalmente i Protocollo d’Intesa (e lo testimonia la presenza di ben tre ministri per la sua presentazione) costituirà uno strumento molto efficace per coordinare l’azione dei diversi attori che operano per la tutela e la salvaguardia del patrimonio ambientale e la repressione dei reati connessi a tale ambito. Un’iniziativa che parte da Caserta e potrebbe poi essere espertata nel resto d’Italia.