Pasquale, l’imprenditore mafioso che trattò con l’Iricav e il ministero

22 gennaio 2011 - r.cap.
Fonte: Il Mattino

C’è un uomo, ai vertici del clan dei Casalesi, che di trattative con le istituzioni, di tavolini a tre, di rapporti promiscui, è un grande esperto. Attualmente è in carcere, detenuto al 41 bis, alle spalle tre condanne - nessuna delle quali definitiva - per associazione camorristica ed estorsione. Si chiama Pasquale Zagaria, è il fratello del capocamorra in libertà dopo una latitanza che dura da oltre quindici anni, è imprenditore specializzato nel movimento terra e nei rapporti con politici e faccendieri collegati pure con il ministero delle Infrastrutture, all’epoca della gestione Lunardi. Tra il 1994 e il 1995 sedette allo stesso tavolo di funzionari e politici regionali, e si fece garante della pax mafiosa nei territori che dovevano essere attraversati dalle rotaie dei treni ad alta velocità. Trattò anche con quelli che credeva essere i referenti del consorzio Iricav Uno, chiedendo un rimborso spese di duecento milioni di lire. In realtà Zagaria stava parlando con due ufficiali del Ros che si erano infiltrati nel consorzio per ricostruire la ragnatela di rapporti tra imprese e camorra casalese. A un certo punto della trattativa sentì puzza di bruciato e sospettò che gli interlocutori fossero investigatori. Il Ros, per non far saltare l’indagine, fu costretto a pagare, soldi che solo in minima parte sono stati recuperati. Per garantire l’ordine pubblico, Pasquale Zagaria chiese in cambio i subappalti per le imprese vicine al clan. Fornì una lista scritta su un tovagliolino di carta durante un incontro in un autogrill, sull’autostrada, con i due carabinieri infiltrati. L’ipotesi della Dda di Napoli è che per la gestione dell’emergenza rifiuti la scena si sia ripetuta, solo che alla trattativa avrebbe partecipato direttamente Michele Zagaria. In quell’epoca - tra il 2006 e il 2007 - era latitante anche il fratello Pasquale.

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