Rifiuti, c’è la legge: pressing sulla Regione per i commissari
Gongolano il sindaco Rosa Russo Iervolino e il presidente della Provincia Luigi Cesaro, aumentano invece lavoro e problemi per il presidente della Regione Stefano Caldoro. Ora che il Parlamento ha definitivamente tradotto in legge il decreto rifiuti che attribuisce alle amministrazioni territoriali della Campania i poteri e gli strumenti per portare Napoli fuori dall’emergenza rifiuti, la lettura politica dell’atto è più chiara. Nella sostanza la Regione ha il ruolo di regia e decisionale, poi nella graduatoria dei valori ci sono le Province, ultimi i Comuni quasi del tutto esautorati dalla gestione del ciclo dei rifiuti. Cosa ha spostato l’ago della bilancia dei poteri? Il comma 2 dell’articolo 1 della legge: «Al presidente della Regione Campania la responsabilità delle procedure per la realizzazione urgente di impianti per il recupero, la produzione o la fornitura di energia mediante trattamenti termici di rifiuti. A tal fine egli può nominare commissari straordinari che, quali amministrazioni aggiudicatrici, individuano il soggetto aggiudicatario e le aree occorrenti, svolgendo a tal fine le funzioni del Sottosegretario di Stato avvalendosi degli uffici delle amministrazioni regionale e provinciali, nell’ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». Insomma a Caldoro vanno gli stessi poteri che aveva Guido Bertolaso, il presidente li trasferirà ai commissari che lui stesso dovrà scegliere. Nel pacchetto delle scelte sono incluse anche le cave dismesse che possono essere utilizzate come siti di stoccaggio. Caldoro non fa polemiche: «La legge è un significativo tassello per superare l’emergenza rifiuti - dice -adesso bisogna accelerare le procedure per realizzare gli impianti, intermedi e finali, necessari perché anche in Campania ci sia un ciclo normale. Abbiamo alle spalle quindici anni di errori e ritardi che oggi ci consegnano un sistema che resta fragile». Il ruolo di regia della Regione alleggerisce e di molto Cesaro: «Ora rimbocchiamoci le maniche - attacca il presidente della Provincia - ci siamo finalmente dotati di ulteriore strumento utile per risolvere, in via definitiva, la crisi dei rifiuti. Ora dobbiamo bruciare le tappe per la realizzazione del termovalorizzatore e di tutti gli altri impianti». L’uscita dall’emergenza, però, è ancora lontana: ieri lo Stir di Santa Maria Capua Vetere ha chiuso per blocco tecnico e i camion provenienti da Napoli sono stati rispediti indietro. Guardando al futuro, però, la Iervolino è soddisfatta: «Il senatore Enzo De Luca ha vinto una buona battaglia che certamente fornirà un contributo positivo ed immediato ad alleviare il problema dei rifiuti nella regione Campania. 1.200 cave censite dall’allora assessore De Luca sono a disposizione di chi ha il compito di regolare il flusso dei rifiuti, naturalmente dopo che saranno state preparate ad accoglierli». Seconda stoccata al povero Caldoro. Ma nel Pd, il partito del sindaco, non tutti sono contenti della scelta delle cave, a cominciare dal capogruppo alla Provincia Giuseppe Capasso: «La legge non solo non risolve la crisi ma, se è possibile, la rende permanente. La decisione di utilizzare le cave dismesse per impianti di stoccaggio provvisori condanna la provincia di Napoli ad ospitare una quantità indefinita di micro discariche con effetti nefasti per il suolo e il sottosuolo».