C'è il decreto, ma è contesa sull'inceneritore
Nel decreto, Valle della Masseria non c’è. Ma per Macchia Soprana si tratta di arrivare al completamento dell'impianto, quindi con i previsti sversamenti di rifiuti trattati nello Stir di Battipaglia, per poi tecnicamente chiudere lo sversatoio di Serre. Circa la gestione del termovalorizzatore di Salerno, a seconda delle parti politiche interpellate, si ricevono diverse interpretazioni del decreto licenziato al Senato ieri e in votazione oggi alla Camera. Da destra, segnatamente dall'assessore regionale all'Ambiente Romano, si dice che «la gara è definita e quindi il 30 gennaio si aprono le buste e la gestione dell'impianto è di chi vince la gara». «Semmai la gestione commissariale che passerà per Caldoro riguarda l'impianto in via di definizione di Napoli Est», dice Romano. Per il parlamentare Bonavitacola del pd «il decreto indica Caldoro come colui che dovrà affidare ad un commissario la gestione della gara e la nomina della commissione che dovrà quindi esaminare le proposte per Salerno. Caldoro dovrà anche dare indicazioni riguardo all'area che ospiterà l'impianto». E mentre Romano spiega che «l'area che De Luca ha espropriato e pagato nella sua veste di commissario, è dunque passata alla Provincia»; Bonavitacola insiste: «potrebbe ancora essere individuata una diversa localizzazione, essendo vigente la variante urbanistica». Il Senato licenzia il decreto rifiuti con cinque sostanziali modifiche che oggi la Camera - e colpi di scena dovrebbero essere esclusi - trasformerà in legge senza ulteriori modifiche. Le novità principali sono queste: la reintroduzione delle norme che prevedono la galera fino a 3 anni per chi abbandona i rifiuti; l’utilizzo delle cave dismesse quali siti di stoccaggio per i rifiuti stessi; la chiusura definitiva del sito di Cava Mastroianni nel casertano; l’attribuzione al presidente della Regione Stefano Caldoro del potere di nominare commissari che avranno il compito di accelerare la costruzione di tutti gli impianti utili a un corretto ciclo dei rifiuti. Infine ma non ultimo affida alle Province a partire dal 2012 la riscossione totale della Tarsu. Se la legge è questa la cosa che più spicca è che i Comuni sembrano per il 90 per cento tagliati fuori dalla gestione dei rifiuti. È la principale critica mossa dal Pd e dal centrosinistra ieri a Palazzo Madama al governo. «In epoca di federalismo municipale - l’accusa delle opposizioni - i Municipi non hanno voce in capitolo sulla questione ambientale». Una discussione lunga e combattuta svoltasi in un clima sereno all’insegna della collaborazione. Non a caso la chiusura di cava Mastroianni è frutto di un emendamento della piddina Teresa Armato, mentre l’utilizzo del cave come siti di stoccaggio porta la firma di Enzo De Luca senatore Pd. Il decreto è stato approvato in seconda lettura con 155 voti a favore, 99 contrari e 6 astenuti. Hanno votato a favore oltre al Pdl e alla Lega anche il Fli, l’Api, hanno votato contro il Pd e l’Idv. Il decreto, che scade il 25 gennaio è stato modificato e torna quindi all’esame della Camera oggi. Il ministro Stefania Prestigiacomo ha partecipato ai lavori dell’aula per l’intera giornata e alla fine fa il punto sulla situazione. «Finalmente ci sarà lo strumento normativo per mettere mano in maniera strutturale alla gestione del ciclo dei rifiuti» spiega la Prestigiacomo notevolmente soddisfatta: «Il provvedimento consentirà dunque al presidente della Regione di nominare un commissario straordinario per accelerare la realizzazione di impianti strategici e di definire con ordinanza, in particolari situazioni di criticità, i conferimenti di rifiuti tra le Province». Il ministro entra nel merito del provvedimento: «Vanno apprezzati gli interventi strutturali che renderanno più semplice la realizzazione dei termovalorizzatori necessari e l’emendamento che prevede l’uso delle cave dismesse per lo stoccaggio dei rifiuti. Corretta è anche la scelta di non inserire il sito di Terzigno tra quelli in cui sarà possibile ospitare una discarica, venendo così incontro alle giuste istanze della popolazione». Quindi l’esortazione del ministro: «Occorre favorire la realizzazione di impianti intermedi, per cui sono state stanziate cospicue risorse, e stimolare la diffusione della raccolta differenziata». La sostanza del ragionamento del ministro è anche politica: «Avere attribuito alla Regione un forte ruolo di regia nella gestione dei rifiuti, non comporta una penalizzazione degli altri livelli territoriali».