Rifiuti, il dramma e gli sprechi: debiti per 2 miliardi

Dosssier della Corte dei conti. Per i treni spesi 240 milioni, per i lavoratori del "consorzio" fantasma 50 milioni all'anno
20 gennaio 2011 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Le Cifre Duecentoquaranta milioni di euro spesi solo per mandare i rifiuti all'estero, cinquanta milioni impiegati negli ultimi due anni per il funzionamento della struttura di Bertolaso, dodici contabilità speciali aperte negli ultimi anni (cinque dal sottosegretariato), rendiconti mancanti per il periodo dal 1 gennaio 2007 al 10 giugno 2008 durante il quale sono stati accertati accreditamenti per almeno 155 milioni di euro ai cinque commissari (Bertolaso, Pansa, Cimmino, De Gennaro, Sottile) che si sono succeduti in quel periodo, due miliardi di euro di debiti accumulati: sono solo alcune delle cifre da brivido che si susseguono nella relazione della sezione regionale di controllo sulla gestione dell'emergenza rifiuti in Campania. Una relazione che segue quella presentata nel 2002 ed è stata conclusa a ottobre nel 2010 (istruttore il consigliere Francesco Uccello, coordinamento Concetta Porfido, revisione contabile Maria Rosaria Carosella). Le cifre che si accavallano nelle 111 pagine del documento e la ricostruzione delle vicende degli ultimi anni danno ragione anche delle difficoltà nelle quali ancora si dibatte la regione. Per capire bisogna partire da due dati: sul territorio campano ci sono attualmente ancora 6 milioni e 271 tonnellate di ecoballe. Nei siti di stoccagglio (stir, piazzole, impianti di compostaggio) si conservano altre 600 mila mila tonnellate di Fos deritava dal trattamento dei rifiuti: in questi giorni si sta trattando per mandarne una parte nuovamente all'estero, si parla della Spagna. Poi, naturalmente, bisogna smaltire le sette tonnellate di spazzatura prodotte quotidianamente. Il gioco di prestigio è reso ancora più difficile da una serie quasi infinita di «difficoltà accessorie». La prima: secondo i relatori il termovalorizzatore di Acerra non è in condizione di bruciare le balle. «Le caratteristiche dell'impianto – scrive il relatore – escludono la possibilità di raggiungere un carico termico superiore alle 4300 chilocalorie mentre le ecoballe mummificate prevederebbero un potere calorifico fino a 6000 chilocalorie». La seconda: i consorzi di bacino. In questi anni si è verificata quella che Ucciero definisce una «duplicazione del personale» nel settore rifiuti. Da un lato, infatti, è lievitato il numero dei dipendenti dei consorzi (più di duemila solo tra Napoli e Caserta) e dall'altro sono entrate in azione società private o gestite direttamente dai Comuni che hanno utilizzato proprio personale. I lavoratori dell'ex consorzio unico Napoli-Caserta costano 50 milioni all'anno e, scrive il relatore «È naturale ritenere che il personale in sovrannumero (441 unità, ndr) non potrebbe neppure essere assorbito dalle società provinciali». Per orientarsi in questo caos bisogna seguire il filo dei soldi. E allora si scopre che le strutture commissariali sono cresciute esponenzialmente. Nel 90 c'erano dieci persone in posizione di comando, nel 2003 si arriva a 164 unità per scendere a 70 nel 2005 e raddoppiare negli ultimi due anni. Nel 2008, infatti, con l'arrivo della protezione civile si creano 5 missioni articolate in 34 settori di attività a mano a mano dismessi fino ad arrivare alle sole unità stralcio e operativa che chiuderanno a fine mese. Per il loro funzionamento erano previste 150 persone e un impegno di spesa compessivo di 5.750.000. Per far andare avanti i diversi commissariati che si sono succeduti si investivano fino al 2006 circa 5 milioni di euro all'anno, se ne sono spesi 50 negli ultimi due. Ma non è finita: nella contabilità del 2006 manca la documentazione per 50 milioni di euro. Non sono state presentati rendiconti dal 1 gennaio 2007 al 10 giugno 2008: in quel periodo sono stati accreditati 155 milioni di euro sui conti del commissariato. E poi ci sono i debiti che fino al luglio del 2010 ammonterebbero a 2 miliardi e 356 milioni, un milione sottoposto a contenzioso. Dal maggio del 2000 al febbraio del 2004 si sono accumulati 279 milioni, fino alla fine del 2006 si ha notizia di un altro buco di 240 milioni, a fine giugno se ne contano altri 440 milioni.

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