Fumarole da rifiuti, caso nazionale

L'assessore provinciale all'ambiente espone a Roma il caso di Masseria Monti
15 gennaio 2011 - Giuseppe Miretto
Fonte: Il Mattino Caserta

Maddaloni. Contro il picco in corso della fuga di inquinanti e l’avvenuto ampliamento, in numero ed estensione areale, delle fumarole non bastano più le ordinarie norme di cautela. Prima ha inghiottito e poi occultato una quantità ignota, per volumi e per natura, di rifiuti. Ma oggi, l’ex-Masseria Monti, l’ex-discarica sottosequestro posta nel triangolo Maddaloni-San Marco Evangelista, ex-statale 265, non riesce più a «tombare i veleni», cioè a trattenerli con il suo «sarcofago di terra» franato. Tanto che, senza allarmismi ma seguendo criteri di stretta emergenza, Umberto Arena, assessore provinciale all’ecologia, ha personalmente incontrato a Roma, sollecitato, sensibilizzato sul caso i funzionari della «Direzione generale per la tutela del territorio e delle risorse idriche presso il Ministero dell’Ambiente». Un summit operativo sulle cose da farsi subito e sul reperimento delle necessarie risorse. L’evoluzione dei fenomeni è più rapida delle procedure d’urgenza già attivate (negli ultimi giorni di novembre 2010) da direttore del dipartimento Marco Lupo. «Serve un’accelerazione – ricorda Giancarlo Liccardo (Legambiente Calatia- anche perché i termini della messa in mora, in danno dei soggetti inadempienti, sono scaduti il 28 dicembre. E ancora nulla è accaduto fatta eccezione per l’aumento delle fumarole». Aspettare ancora è un lusso. Si prospetta, dopo 16 anni di allarmi, l’ennesimo tunnel burocratico: creare una zona off-limits e interdire gli accessi, in attesa della «caratterizzazione chimico-fisica» del sito e infine dell’’«attivazione dei poteri ministeriali sostitutivi» (quelli concessi dal decreto legislativo 152/2006) finalizzati «alla tutela dell’aria e alla riduzione delle emissioni in atmosfera». Calendario alla mano, Arena non ha chiesto un burocrazia più veloce ma già un piano operativo dopo che il direttore generale Marco Lupo ha chiarito che all’ex-cava si estende lo status giuridico di «area di subperimetrazione del sito di interesse nazionale Litorale Domizio e Agro Aversano». Visto che i 10 milioni di finanziamento della bonifica de Lo Uttaro sono formalmente bloccati, si punta la reperimento di fondi aggiuntivi per un primo intervento di messa in sicurezza. «Non la bonifica subito – precisa Liccardo - ma il contenimento dell’immissione in atmosfera di vapori di benzene, toluene e xileni (idrocarburi policiclici aromatici)». Ragionando sempre in numeri, a Maddaloni toccano poi solo «seicentomila euro della fetta di 11 milioni di euro riconosciuta ai comuni casertani per il risanamento ambientale collegata all’emergenza rifiuti». Anche questa volta le possibili procedure di svuotamento della vicina discarica dell’ex-Foro Boario (sito già caratterizzato) rischiano di bloccarsi sul nascere. . Ancora la burocrazia potrebbe essere fatale.

Powered by PhPeace 2.6.4